Con il nickname Simoroller adescava minorenni su Internet, convincendole a spogliarsi davanti a una webcam. Così un cinquantenne, G.M., è stato pizzicato dalle forze dell’ordine che grazie al contributo di Facebook sono riusciti a coglierlo sul fatto. Da Palo Alto, infatti, i grandi capi del social network hanno aperto gli archivi, fornendo i dati necessari ad incastrare il sospettato, in seguito ad una rogatoria negli Stati Uniti chiesta dal gup Andrea Salemme, con la quale i magistrati milanesi chiedevano il contenuto di alcune chat tra il pedofilo e decine di bambine.
Tutti particolari che emergono dalle motivazioni della sentenza di primo grado con cui l’uomo è stato condannato ad 11 anni per aver adescato tre ragazzine. L’Fbi ha fornito i codici numerici relativi alle chat avvenute su Facebook, decifrati da un perito che ha decriptato le conversazioni.
L’uomo era un allenatore di pallavolo: con il nick name di Simoroller aveva adescato decine di ragazzine, molte delle quali minori di 14 anni, e le aveva convinte a spogliarsi e a compiere atti sessuali davanti a una webcam. Dopo l’arresto, il 10 marzo di un anno fa, è stato condannato a 11 anni e 4 mesi il 21 marzo scorso. Ha detto al gip, nel corso dell’interrogatorio di garanzia a San Vittore, di essere anche pronto a sottoporsi alla castrazione chimica che in Italia non è prevista dalla legge.
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