Se avete tempo e modo di dedicare qualche ora della vostra giornata, o del fine settimana, o addirittura di ospitare un ragazzino straniero che è in Italia senza famiglia, da oggi potete farlo. Non è necessario essere di Bologna per accedere al progetto lanciato dall’Asp Irides del capoluogo emiliano-romagnolo. La direttrice Marina Cesari apre anche alle famiglie, ai single e alle coppie che vivono fuori provincia affinché aderiscano alla possibilità di dare ai minori stranieri non accompagnati un riferimento che vada oltre a quello delle comunità di accoglienza nelle quali sono inseriti.
Marina, agli interessati che cosa chiedete?
“Di darci la loro disponibilità, che non dev’essere uguale per tutti. Una volta che sappiamo il monte ore che una persona o una famiglia può dedicare, stabiliamo le modalità dell’accoglienza e fissiamo un rimborso spese”.
In caso di disponibilità quasi totale, si passerebbe ad un affido vero e proprio?
“Esatto. Mail nostro appello è anche a chi può offrire solo periodi temporalmente più limitati. E’ chiaro che se dovessimo scegliere, prediligeremmo una strutturazione più completa, per il bene dei ragazzi”.
Chi valuterà le persone disponibili?
“Il Centro per le famiglie di Bologna. Con chi offre la propria disponibilità andrà concordato anche l’intervento educativo, che adesso realizziamo nei nostri centri. I ragazzi sono seguiti dal punto di vista dell’apprendimento della lingua, della scolarità, dell’inserimento lavorativo”.
Quanti ne seguite al momento?
“L’anno scorso duecento. Sono minori senza riferimenti parentali, in genere trovati dalle forze dell’ordine e poi mandati nelle nostre comunità. La normativa prevede che fino al compimento del 18esimo anno di età siano gli enti locali a doversene fare carico”.
Sempre meglio, dunque, che trovino una famiglia…
“E’ la nostra speranza. Con la Romagna abbiamo già costruito un sistema consolidato di relazioni sia con le comunità di accoglienza che con alcune famiglie d’appoggio. E’ un discorso legato più ai minori italiani che non a quelli stranieri. Ciò non toglie che si possano fare ulteriori salti in avanti. La Romagna è un territorio di grande sperimentazione”.