In regione 362 bambini nati grazie ai Cav: ma la provocazione è dietro l’angolo

La legge sull’aborto ha compiuto 35 anni. E tra i dibattiti che si sono scatenati a causa del ritorno in auge delle associazioni prolife e che restano attuali per via dell’alto tasso dell’obiezione di coscienza, s’inseriscono i Centri di aiuto alla vita. Il rapporto del Movimento per la vita 2012 parla di 9.887 bambini nati in Italia grazie ai Cav.

In Emilia-Romagna, dove esistono 25 Centri di aiuto alla Vita, lo scorso anno sono nati 362 bambini di cui 66 a Forlì e 87 a Cesena. Nel caso forlivese le gestanti che si erano rivolte agli operatori Cav erano state 82, nel caso cesenate 105.

Sono per lo più coniugate le gestanti che si presentano ai Cav (61%); hanno per lo più un’età variabile dai 25 ai 34 anni (54%), sono prevalentemente casalinghe (39%) o senza lavoro (32%). Le maggiori difficoltà denunciate permangono quelle economiche (47%) che salgono al 74% sommando le difficoltà per mancanza di lavoro o di alloggio. Le donne in gravidanza che si sono presentate ad un Cav con il certificato per abortire sono state
nel 2012 il 7%. Di queste, l’86% ha poi proseguito la gravidanza.

Anche se nel 2012 si è registrato un calo di circa il 2,5%, il dato relativo alla cittadinanza mette in evidenza la sempre elevatissima percentuale di gestanti provenienti da altri Paesi. Si è passati infatti dal 16% del 1990 al 36% del 1993 all’80% dello scorso anno.

Ma la provocazione è dietro l’angolo. Il Mpv propone la riforma dei consultori familiari: “Siano solo luoghi di accoglienza alla vita”. Per chi difende la 194, un oltraggio.

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