La presidente della Fondazione RavennAntica Elsa Signorino

Donne. Giovani. E mamme. In un’epoca nella quale succede di rimanere incinta e poco dopo essere licenziata o di tornare al lavoro dopo la maternità e trovare la propria scrivania occupata, la Fondazione RavennAntica ha scelto di andare controcorrente. “Scelta” è proprio la parola chiave usata dalla presidente Elsa Signorino quando parla delle politiche organizzative che in questi anni sono state portate avanti rispetto al personale.
Presidente, su quaranta dipendenti, quante sono le donne?
“Ventisette, la stragrande maggioranza. Non sono solo donne, sono giovani, tutte sotto i quarant’anni. Tempo fa, da una rivista, siamo stati definiti un gineceo”.
Donne per caso, o donne per decisione?
“Abbiamo privilegiato la laurea in Conservazione de beni culturali, un corso di laurea dal quale escono in effetti parecchie ragazze. Ma non è l’unico motivo: senza nulla togliere ai nostri collaboratori uomini, crediamo che ci siano davvero molte giovani donne capaci e vogliose di fare. Sono talenti da valorizzare. La società si sta femminilizzando e lo dico sempre alle mie due nipoti: questo è il secolo delle donne, datevi da fare”.
Le donne, in molte aziende o istituzioni, vengono considerate dei pesi, soprattutto quando diventano mamme. Da voi non è così?
“Su 27 donne, 16 sono mamme. Lo sono diventate in un arco di tempo breve ma ci siamo sforzati di sfatare molti luoghi comuni, affrontando le tante maternità con flessibilità”.
Con quali provvedimenti?
“Part-time ed elasticità sugli orari: qui non si timbra il cartellino. Gestendo siti culturali, è chiaro, abbiamo bisogno di molta disponibilità da parte del personale, per lavorare per esempio il fine settimana o la sera. Ma la diamo a nostra volta. Si tratta di una flessibilità concordata, un venirsi incontro reciproco che diventa una risorsa organizzativa importantissima”.
Viva le donne e le mamme, quindi…
“Sì, è questione di qualità ascoltare le loro esigenze, che il nostro direttore Sergio Fioravanti ha sempre voluto tenere in grande considerazione. Vanno valutate, certo. Ma sempre, prima di tutto, ascoltate”