La libertà di scegliere senza farsi omologare, la libertà di guardare dall’alto, con una prospettiva più ampia, che cosa succede nel mondo. Meglio ancora se questa libertà te la ragala la mamma, o un genitore, unico in grado di darti, nei primi anni di vita, la spinta per volare davvero lontano.
Mai come in questo periodo di decadimento della vita politica italiana, un libro di favole si presta a raccogliere in pieno la metafora della vita. Del Paese inaritidito che ci circonda dove solo le idee potranno aiutarci a riprendere la corsa verso un futuro migliore e meno povero, soprattutto di spirito.
Ho aperto le pagine del Piccolo Ghirighiri di Mario Ramos (edizioni Babalibri) con la solita curiosità di portare mia figlia a scoprire qualcosa di più del suo ancora piccolo mondo e mi sono ritrovata a capire io qualcosa in più del mio. Ramos ha preso secoli di storia, li ha fotografati in poche frasi e qualche grandissima immagine e ne ha fatto una metafora di vita da regalare ai nostri figli: volate alto, sempre, non arrendetevi mai a chi vuole tarparvi le ali.
A volte preso dalla frenesia della vita ti dimentichi di non abbassare la guardia. Ma il nemico numero uno per la libertà dei nostri figli è sempre in agguato: si nasconde dentro quel concetto di ‘dovete essere tutti uguali’, vestire degli stessi vestiti, avere gli stessi giochi, desiderare le stesse cose, che uccide la fantasia, il meraviglioso estro di cui sono dotati i bambini, la voglia di inventarsi qualcosa.
Contro il leone cattivo della foresta, che ordina di spezzare le ali a tutti gli uccellini, mamma Tiffany si ‘dimentica’ di omologarsi e lascia il piccolo Ghirighiri libero di volare. Alto.
Leggetelo, non ve ne pentirete. E cercateci la metafora di vita che meglio credete. Io ci ho trovato la mia: “Non sapevano che era impossibile, così lo hanno fatto” (Mark Twain).
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