Meno aborti ma molti più medici obiettori di coscienza. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194 presentato al Parlamento.
Gli aborti sono diminuiti del 5 per cento in un anno e del 54,9 rispetto al 1982. In generale il tasso del nostro Paese è tra i più bassi dei paesi industrializzati: le interruzioni di gravidanza tra le giovani, aborti ripetuti e dopo 90 giorni di gravidanza presentano i livelli minori rispetto al resto dell’Europa Occidentale. Tra le minorenni nel 2011 è risultato pari al 4,5 per mille, con punte maggiori al Nord e al Centro. Un terzo degli aborti riguarda le donne straniere tra le quali, comunque, si registrano dati in diminuzione.
Il trend in salita, invece, riguarda l’obiezione di coscienza che dall’introduzione della 194 ad oggi ha riguardato un numero sempre crescente di medici, con un aumento del 17 per cento in 30 anni. Dal 1983 al 2011 gli aborti eseguiti mediamente ogni anno da ciascun medico non obiettore si sono dimezzati, dai 145,6 nel 1983 (pari a 3,3 a settimana) a 73,9 nel 2011 (1,7 a settimana).
“Per la prima volta è stato avviato un monitoraggio articolato sul territorio che arriva fino a ogni singola struttura e a ogni singolo consultorio – ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin -. I dati della relazione indicano che relativamente all’obiezione di coscienza e all’accesso ai servizi la legge ha avuto complessivamente una applicazione efficace. Stiamo lavorando per verificare, insieme alle Regioni, la presenza di eventuali criticità locali per giungere al più presto al loro superamento”.
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