Da grande farò la manager. Anzi no, farò la mamma. Perché da queste parti diventare grandi è una strada che prima o poi si biforca: prima si cresce pensando al lavoro, poi si cresce di nuovo quando fai dei figli. E immancabilmente il grande braccio della conciliazione ti solleva dall’alto, ti sposta dai tuoi sogni e dalle tue ambizioni e ti mette ti fronte a una strada a due vie: o lavori o vedi i tuoi figli. Nel mezzo l’indecisione, la stanchezza, la voglia di farcela e la sensazione che per riuscirci non hai altra scelta: devi cambiare e ti devi reinventare.
Lo sa bene Barbara Iacolina, romana, due figli di 8 e 5 anni. Con una presentazione, sul suo sito Bambini di Roma, che non lascia spazio a dubbi: “Avevo un lavoro ricco di prospettive, un marito, una tata, una macchina aziendale, due mostrini che non vedevo quasi mai…Ora ho un ex lavoro, un ex marito, molte ex tate, una macchina molto zozza, due mostrini con cui sto 7giornisu7 e un blog”. E’ da qui che anche per lei ricomincia una storia.
Barbara, che lavoro facevi prima di azzerare tutto?
“Ero direttore marketing e comunicazione di una società editrice di canali televisivi per ragazzi, ho lavorato lì per otto anni. Un bel giorno la società è stata comperata da un network molto più grande e c’è stato un riassetto del management. Il mio capo mi ha proposto di passare a un’altra società, a fronte di un impegno lavorativo enorme. Già vedevo poco i miei figli. Ho dovuto rinunciare”.
Quanti anni avevano i bambini?
“Quattro anni e un anno e mezzo. Lavoravo già dalle 9.30 del mattino alle 19.30 di sera, andando via di casa sempre con un senso di colpa”.
Avevi un ruolo manageriale. Qualcuno ti ha dato un’alternativa per restare?
“Non era possibile. Peraltro tutti nell’ufficio lavoravano tantissimo. Le colleghe donne non avevano figli. Non avrebbero capito differenze di trattamento”.
Come riuscivi a conciliare lavoro e famiglia?
“Per me uscire alle 19 era tremendo, ero aiutata tantissimo dai nonni. Vedevo i miei bambini quasi più affezionati a loro che a me. Eppure la coperta non bastava mai, in ufficio andavo via tardi ma per loro era sempre troppo presto. Ho provato a cercare un altro lavoro e per due anni ne ho trovato uno con un contratto a progetto”.
Perché hai deciso di lasciare?
“Il concetto era: o continuo accettando quelle condizioni o smetto, nonostante fossi già a un buon punto della mia carriera conciliare non era possibile. E’ stata una scelta di pancia, non ce la facevo. Era anche un momento di vita particolare, non ce l’ho fatta ad andare avanti senza passare tempo con i bambini, non potevo perdere la vita dei miei figli per regalarla a qualcun altro”.
Quanto avevi investito in quel lavoro?
“Tutto. Avevo lavorato fino a tardi anche incinta e non mi costava farlo. Mi è stato riconosciuto l’impegno che avevo profuso ma alla fine le esigenze aziendali erano altre”.
Ora che cosa fai?
“Sono uscita pensando di reinventarmi. Ho avuto l’idea di creare un sito, Bambini di Roma, che raccogliesse le attività dedicata ai bambini. E’ una città enorme e ci sono tante cose da fare. Io poi passavo il week end a far fare ai miei bambini di tutto perché dovevo concentrare il meglio in due giorni, il sito sta crescendo, spero che diventi un lavoro”.
Sei pentita della scelta che hai fatto?
“Non ho mai perso la voglia di lavorare ma non potevo scegliere altrimenti. Accetterei al volo un lavoro che mi desse la possibilità di stare anche con i miei figli. Volevo fare la manager ma poi sono diventata mamma”.
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Commenti:
Studi per una vita, ti metti in gioco, ti realizzi e poi… La maternità invece di essere il momento più appagante e ricco della tua vita, diventa la tua “croce” non sei più adatta al ruolo che ricopri in azienda. Il vero paradosso e che per farcela devi azzerare tutto e se riesci a rimetterti in gioco da sola e solo con le tue forze, se poi per caso riesci a costruirti ancora una volta un ruolo definito magari sul web, chi trovava nella tua condizione di mamma un freno alle tue potenzialità, adesso come blogger ti corteggia perchè puoi essere utile alla causa aziendale. Cortocircuiti mentali di manager che passano troppo tempo davanti ai numeri e a Microsoft Excel :(
Ciao Barbara,
mi chiamo Gianna e lavoro per http://www.biosolex.com un negozio on line di Giocattoli Ecologici per Bambini e Neonati.
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Cordiali saluti,
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Biosolex.
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