Ha espulso il feto mentre faceva la doccia, dieci giorni dopo l’intervento per l’interruzione della gravidanza. L’inquietante vicenda ha come protagonista una donna romana, S. M. 38 anni, che il 16 agosto (ma tutto è stato reso noto nei giorni scorsi) aveva deciso di abortire al San Camillo, ospedale della capitale. Pochi giorni prima aveva scoperto che il figlio che portava in grembo aveva la sindrome di Down e non se l’era sentita di tenerlo.
Qualcosa però non ha funzionato: la signora ha accusato dolori, malesseri e febbre da subito. Fino a quando non ha espulso il feto ed è stata ricoverata al policlinico Gemelli per una nuova operazione all’utero. E’ scattata immediatamente la denuncia e il sequestro delle cartelle cliniche ha potuto appurare che il feto era di 5,5 centimetri e aveva porzioni di cordone ombelicale.
Il San Camillo ha ribadito la correttezza dell’operato dei suoi medici e ha ricordato le migliaia di interventi simili eseguiti ogni anno. Tutti andati a buon fine. O quasi: a gennaio 2012 una donna espulse il feto, che non era stato aspirato, il giorno successivo all’intervento.
In questo articolo c'è 1 commento
Commenti:
Successe anche a Ravenna qualche anno fa…
Sembra assurdo che tramite un ecografo non si sia potuto appurare l’esito positivo dell’intervento…ma soprattutto…ci si domanda…e scusate la crudezza…quando operano che cosa asportano? Un feto è inequivocabilmente riconscibile. …La ragazza di Ravenna e quella di Roma per questi inammissibili errori hano subito due traumi indelebili..il primo di aver rinunciato ad un figlio e l’altro di averlo visto in un modo così tragico…e pensano di cavarsela ribandenda la correttezza dell’operato? Per favore….assumetevi le responsabilità e speriamo che questi medici vengano radiati.
Commenta