Sono molte, belle, e commoventi le testimonianze ricevute da famiglie che, avendo avuto un bimbo gravemente pretermine, hanno lungamente frequentato il reparto di Terapia intensiva dell’ospedale “Infermi” di Rimini, diretto dalla dottoressa Gina Ancora, fiore all’occhiello di tutta la strattura. Al punto da essere scelta anche da diverse famiglie non riminesi per la strumentazione di avanguardia e la competenza del personale. La Tin è uno dei pochi reparti aperti alle famiglie 24 ore su 24, avvalendosi della collaborazione di una psicologa.

 

L’Ausl ha voluto raccogliere alcune testimonianze in occasione della Giornata del prematuro, che è stata celebrata domenica 17 novembre. L’Unità operativa fornisce assistenza a circa 3.400 nati di cui circa 50 all’anno con un peso al di sotto del chilo e mezzo (circa 200 l’anno il numero complessivo di prematuri), che restano in ospedale per un periodo di 2-3 mesi.

Quando il destino decide di affidarti questa esperienza dolorosa e incerta ci si sta male, si chiede ‘perchè proprio a me?’ e ci si sente in colpa” rivelano Violeta e Marco, genitori di Matteo, che lo definiscono “una pulce di 1320 grammi” al momento della nascita.

Senza l’intervento del reparto, per bimbi come Viola non ci sarebbe futuro”, è la testimonianza di papà Paolo e mamma Simona, e come confermano altri “essere genitore di un bambino prematuro, vuol dire essere un genitore prematuro perché non si è mai pronti ad affrontare questa situazione”.

Marinella e Alessandro, genitori di Matteo, un “iron baby” nato alla 27esima settimana per un peso di 590 grammi, raccontano: “Da subito si è capito che Matteo era un grande lottatore, e per fortuna perché ha dovuto affrontare tanti problemi, tra i quali anche un paio di interventi all’intestino

“Era per noi meraviglioso mettere la mano dentro la termoculla – scrivono a questo proposito Kledia e Ardian, genitori di Luis, nato a 28 settimane, 995 grammi di peso – e sentire stringere il dito dal proprio piccino”.

“In Tin ma anche negli altri reparti, ho incontrato persone speciali, a partire dai primari, ai medici, dalla psicologa agli infermieri e agli ausiliari, racconta Georgia, mamma di Federico Alberto Maria (29 settimane, 970 grammi). Lorenzo, 34 settimane e 1.240 grammi, invece, dopo 22 giorni ha potuto “salutare gli angeli vestiti di bianco e di verde che tanto donano ai piccoli ospiti del reparto”, come fa sapere la famiglia.

“Abbiamo conosciuto genitori che vivevano il nostro stesso incubo – scrivno Michele e Michaela, genitori di Andrea e Stefano, gemellini pretermine – come le stesse gioie quando vedevamo i progressi dei nostri figli. Si era creato un legame che ci avrebbe legato per sempre“.  E ora “la parola prematurità non è più presente nella nostra mente”.