Endometriosi, alimentazione e pesticidi: ecco i dati e i rischi

Endometriosi e alimentazione. C’è una relazione fra la malattia e quello che mangiamo? Come prevenire la patologia? Questi temi saranno sviluppati in un incontro organizzato dall’Associazione Italiana Endometriosi Onlus giovedì 23 gennaio alle 21 all’ospedale Mangiagalli in Via Commenda 12 a Milano. Il relatore sarà un vero e proprio luminare, il professor Franco Berrino, direttore Emerito del Dipartimento di Medicina preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano, promotore del progetto Diana per la prevenzione alimentare del carcinoma mammario e coordinatore della ricerca sulla sopravvivenza dei malati di tumore in Europa.

Il professor Berrino da anni va predicando un corretto stile di vita basato su una alimentazione sana. In passato ha messo in guardia anche dai danni derivanti dall’uso dei pesticidi citando numerose ricerche. E se i rischi da esposizione professionale ai pesticidi sono notevoli, c’è una inquietante incertezza sugli effetti dell’assunzione di prodotto trattati con questi veleni. Ancora la scienza non ha dimostrato un legame sicuro fra l’ingestione di piccole dosi – quelle che si trovano negli alimenti trattati – e certe patologie ma i dubbi non sono pochi. In ogni caso i rischi di malattia per i lavoratori che sono stati a contatto con i pesticidi sono i seguenti: leucemie, linfomi, mieloma multiplo, carcinomi (polmone, pancreas, colon, retto, mammella, vescica, prostata, ovaio), tumori cerebrali, melanoma, tumori infantili, Parkinson, depressione, diabete, malattie respiratorie, difetti genitali nella prole.

Tornando all’endometriosi, nel 2012 è stato pubblicato uno studio di un gruppo di ricercatori dell’università di Torino, guidati da Giuseppe Migliaretti, il quale ha hanno valutato l’incidenza dell’endometriosi nel Nord-Ovest d’Italia. La base della ricerca sono stati i documenti di dimissione ospedaliera di 3.929 donne piemontesi tra i 18 ed i 45 anni che avevano subito un trattamento medico o chirurgico per l’endometriosi tra il 2000 e il 2005. Lo studio, confermando alcune ricerche precedenti, ha dimostrato che in alcune zone del Piemonte esposte a inquinanti chimici il tasso di aumento della patologia è di circa il 30%.

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