Non serve solo una buona visione di gioco, un piede sensibile e gambe veloci per diventare calciatori ma applicazione, attenzione e rispetto degli altri. Saper seguire le indicazioni del Mister ed essere di buon esempio per la squadra in quanto a impegno e a solarità sono tra le caratteristiche più importanti indicate in una lettera scritta da Andrea Checcarelli, allenatore del Real Virtus, indirizzata alla mamma di un calciatore in erba, che vorrebbe smettere di giocare perché ‘scarso’, pubblicata sul sito della squadra.
“Volevo comunque dirle che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente, tecnicamente, tatticamente ma eccelleva, era il più bravo, per la sua attenzione, per l’applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti, durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore... Con la passione e il lavoro si possono ottenere grandi soddisfazioni personali” dice l’allenatore che forse nella divisa di questo bambino ci si rivede un po’, anche lui non particolarmente bravo alla sua età, ma ben disposto e pronto a imparare, fino a raggiungere una serie di traguardi soddisfacenti, stroncati da un brutto infortunio che ha messo fine alla sua partita.
L’invito a rimanere, a non abbandonare la squadra è rivolto anche alla famiglia. “Alla squadra mancherebbe anche un genitore come te. In un contesto dove tutti gli animi sono esagitati, c’è maleducazione, esasperazione, persone che credono di essere mamma e papà di Messi, Maradona e Van Basten, la sua voce fuori dal coro ed il suo profilo basso, sono un esempio per gli altri genitori. Ma forse, mi permetta di dirglielo, è un po’ troppo fuori dal coro. Talmente tanto che finisce per uniformarsi al coro stesso…se lascia perché suo figlio”e’ ‘scarso’, diventa come quelli che credono di avere il figlio ‘forte’ e sbraitano da fuori alla rete, peggio dei cani randagi, pretendendo spazio e importanza. E questa fine non se la meriterebbe, non la rappresenterebbe”.
Una lettera semplice e profonda allo stesso tempo, che stupisce per sensibilità e che spinge a riflettere sul bisogno di primeggiare e di vincere che nello sport appartiene molto spesso più ai genitori che ai figli. Forte e chiaro il messaggio del Mister: ci vogliono testa e cuore per diventare bravi calciatori.Una lettera quella dell’allenatore Andrea Checcarelli che tira dritto in porta.
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