Molte coppie sperano che questa sia la volta buona: una revisione della legge 40 sulla fecondazione assistita che ad oggi vieta alle coppie fertili ma portatrici di malattie geneticamente trasmissibili di accedere alla Pma e alla diagnosi preimpianto.
La legge infatti torna alla Consulta dopo che il tribunale di Roma ha sollevato una questione di costituzionalità. Una coppia fertile ma con lei portatrice sana di distrofia muscolare di Becker, infatti, già soggetta a una interruzione di gravidanza a causa della diagnosi della malattia sul feto, ha chiesto giustizia per l’impossibilità di accedere alla diagnosi preimpianto e alla fecondazione nel nostro Paese. Il Centro per la tutela della Salute della donna e del bambino Sant’Anna al quale si è rivolta, infatti, le ha negato l’accesso alla Pma, seguendo quanto stabilito dalla legge. La coppia dunque si è rivolta all’associazione Luca Coscioni che ha seguito il caso.
Il precedente. Nel 2012 la Corte europea di Strasburgo si è espressa sulla legge 40, condannando l’Italia per aver violato due norme della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e sollevando una questione di incoerenza del sistema legislativo italiano: con la legge 194 si permette l’interruzione di gravidanza per anomalie genetiche del feto mentre con la legge 40 si nega la diagnosi preimpianto per diagnosticarle.
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