“Scusa, ho il bambino sul vasino, chiamami tra dieci minuti”. Non c’è bisogno di chiedere a Maria Pia Timo se ha dei figli per capirlo. Viene invece da domandarle come riesce a stare dietro ad Andrea, tre anni, visto che “sono più le sere che sono via di quelle che sono a casa”. L’attrice e comica faentina (Zelig, Quelli che il calcio) sarà domani sera alle 21,15 a Corte Coriano, in occasione della Festa della Donna, per lo spettacolo “Bionda zabaione” che porta in scena alcuni dei suoi più riusciti personaggi, da Wanda la carrellista a Tata.

Maria Pia Timo sarà domani sera a Coriano per “Bionda zabaione”

A proposito di Tata, come mamma hai fatto tuo un po’ di sano cinismo?
“Eccome. Ho partorito alla vigilia dei miei 42 anni ma ho subito smentito la diceria secondo la quale le mamme attempate sono le più apprensive. Io non lo sono zero, lo sono meno venti. Il pianto di mio figlio non mi smuove un capello: intervengo solo se vedo sangue o bubboni. Del resto, sono talmente abituata a stare lontana da Andrea che non vedo perché dovrei essere ansiosa”.
Come riesci a conciliare maternità e lavoro?
“Mio figlio a sette mesi era al nido, anche se la retta equivale ad un mutuo. Mio marito Roberto Pozzi, che scrive insieme a me gli spettacoli, da quando è nato ha iniziato a non seguirmi più. Resta a casa con lui. Così, però, non vede più il risultato di quello che creiamo. A Coriano eccezionalmente verrà a pagheremo una baby sitter perché stia con Andrea”.
Non è conflittuale lavorare insieme?
“Abbiamo litigato solo tre volte in 18 anni, vivo nel terrore che succeda: credo porterebbe ad una rottura definitiva. Non conosco altro modo di lavorare: quando scrivevo per i fatti miei, senza velleità professionali, lo facevo da sola. Quando ho iniziato a farlo per mestiere, c’era già lui. E così non ho mai cercato altri autori”.
Per comodità o per paura?
“Prima di tutto sono pigra. Ma c’è da dire anche che alcuni autori non capiscono un certo sentire e ti propongono battute sessiste, vecchie, banali. Per Zelig ho avuto una grossa mano co-autoriale da Viviana Porro, che non a caso è una donna. Qualche volta ho ricevuto in regalo da uomini alcune battute ma sono stati casi molto rari”.
Come si inventa uno spettacolo comico, a tavolino?
“In genere comincio io: entro nel personaggio, attacco a parlare a vanvera, mio marito intanto scrive, poi sedimentiamo quello che è venuto fuori. Se il giorno dopo ci fa ancora ridere, allora significa che il materiale è buono. E andiamo avanti. Quando eravamo giovani e liberi, invece, ci concedevamo le ‘serate grappa’. Andavamo in un locale e così, un po’ brilli, iniziavamo a buttare giù idee. Ora non possiamo più farlo”.

Il personaggio “Tata” di Maria Pia Timo

Donna e comica: come vieni percepita dagli altri?
“In Italia te la devi sempre guadagnare, perché continuano a comandare gli uomini. In alcune puntate di Zelig di quest’anno ero l’unica donna che entrava a fare un pezzo ma non perché non ce ne fossero, tutt’altro. Spero che con l’ingresso sempre crescente delle donne nei posti di potere, le cose comincino a cambiare”.
La comicità ti appartiene anche a casa?
“Non ho alternative: o la prendo sul ridere o mi suicido. La gestione di un bambino, soprattutto, mi sembra davvero impegnativa. Credo che in tutte le mamme, anche le più serafiche, si nasconda un caso Cogne, che poi per fortuna non prevale sul resto. Il segreto della comicità è questo: fare sì che il pubblico si riconosca in certe situazioni che racconti. Mi viene in mente un pezzo di Wanda che parla di chi vive un esubero da hobby dell’orto e ti rifila zucchine fino allo sfinimento. Dev’essere capitato a tutti di dover smaltire le derrate alimentari di un amico o della suocera, come nel mio caso: per non so quanto tempo ho continuato a sfornare parmigiane per quattro famiglie”.

Info sullo spettacolo 0541 658667