“Non lo faccio perché mi ha spinto mia moglie, lo faccio perché è un’occasione per stare con i miei figli”. Alberto Cavina lavora come vigile urbano a Castel Bolognese. Ma soprattutto, è padre di tre bambini di 12, 8 e 4 anni. L’opportunità di prendersi il congedo parentale l’ha iniziata a sfruttare quando il terzo non era ancora nato: “Rimasi a casa per tre mesi estivi, senza stipendio perché mia moglie aveva già usufruito della maternità obbligatoria e facoltativa”. Ma risparmiando su centri estivi e baby sitter, alla fine la famiglia non ha dovuto rinunciare a troppe cose. E così, da quell’anno, ogni estate Alberto prende il congedo per almeno un mese: “Mia moglie lavora come impiegata e non ci piace l’idea di sovraccaricare i nonni. Vogliamo essere autonomi, alla fine i figli sono i nostri ed è giusto che ce ne occupiamo noi”.
La giornata tipo è a metà tra impegni e relax: “I bambini mi aiutano a fare la spesa, apparecchiano, cucinano con me. Il più grande rifà i letti, sistema la camera. Dà anche lo straccio”. Piccole faccende che però, in un regno del tutto maschile, sono poco consuete: “Vedere un padre impegnato sul fronte domestico ha anche una valenza educativa. A me la routine familiare non pesa, mi appassiona. Ho basato la mia vita su questo”. Ma per i bambini c’è anche tempo per passeggiate, gite al fiume, giochi in cortili.
E al lavoro, i colleghi di Alberto non lo guardano storto: “Diciamo che prima che lo facessi io, non c’era l’abitudine di prendere il congedo. Sono stato un po’ il pioniere nell’ambiente, tanto che dopo qualche tempo anche il mio comandante ha deciso di usufruirne per un paio di mesi“. Ma i commenti della gente, in generale, spesso non colgono il senso della scelta di Alberto: “La mettono tutti sul piano economico. Si stupiscono che io resti a casa per un mese o due. Ma così si perde di vista la grande opportunità che in questo modo viene data al padre. Quella di trascorrere intere giornate con i propri bambini. Forse, se fossi stato spinto dalla necessità, non avrei preso il congedo. Invece, a motivarmi, sono stati la mia passione per la famiglia, la mia mentalità”. Alberto ha ancora a disposizione quattro mesi per il figlio minore: li sfrutterà per le prossime quattro estati.
E se volete ascoltare la sua testimonianza dal vivo, non vi resta che partecipare sabato 15 marzo alle 10 all’incontro sui padri in programma al Centro per le Famiglie di Faenza. Condurrà la psicologa Elisabetta Ciracò.
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