fecondazione assistita bebè in provetta

Anni di dibattiti, discussioni, polemiche e ricorsi si risolvono in parte nel pronunciamento della Corte costituzionale che ha dichiarato oggi l’illegittimità degli articoli della legge 40 che impedivano alle coppie il ricorso alla fecondazione eterologa, vale  a dire di avvalersi di un donatore esterno di spermatozoi o ovuli.

Oggetto del pronunciamento sono gli articoli 4, comma 3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1. Decade dunque sia il divieto al ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo che le sanzioni che ne conseguivano.

La legge 40, voluta nel 2004 dall’allora governo Berlusconi, ha subito negli anni non poche modifiche ed è stata oggetto di numerose sentenze, dovute ai ricorsi di molte coppie nei confronti di alcuni articoli della norma che di fatto impediscono la praticabilità della fecondazione assistita nel nostro Paese a coppie, per esempio, portatrici di malattie.

Se infatti il pronunciamento della Corte costituzionale boccia l’impedimento di ricorrere all’eterologa, restano in piedi altre parti contestate, come l’impossibilità di ricorrere alla fecondazione assistita per coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche o, ancora,  il divieto di fecondazione per single e coppie omosessuali.

Secondo l’associazione Luca Coscioni, che plaude alla novità, ”la sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile – scrive in una nota -. Da oggi non potrà mai più essere emanata dal Parlamento una legge che prevede il divieto di fecondazione di tipo eterologa. Tale decisione vale per tutti i cittadini italiani che hanno problemi di sterilità. Nessun vuoto normativo, ma con la legge 40 così modificata garanzie per i nati e per le coppie”.

Più cauto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha dichiarato all’Adn Kronos: “Sono questioni che non si può pensare di regolare con un atto di tipo amministrativo, ma necessitano una condivisione più ampia, di tipo parlamentare. Alla luce delle motivazioni della Consulta, al più presto comunicheremo la road map per l’attuazione della sentenza. L’introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti”.  Secondo il ministro, “ci sono alcuni aspetti estremamente delicati che non coinvolgono solamente la procedura medica, ma anche problematiche più ampie, come ad esempio l’anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto di chi nasce da queste procedure a conoscere le proprie origini e la rete parentale come fratelli e sorelle”.