La morte in culla (SIDS) fa ancora paura. L’incidenza è di circa lo 0,3-0,7 per mille. La maggior parte dei casi si verifica in un’età compresa tra i 2 e i 4 mesi. Nonostante campagne di sensibilizzazione molto diffuse e capillari abbiano inciso sull’esposizione dei lattanti ai differenti fattori di rischio, la SIDS rappresenta ancora oggi la terza causa di morte nei bambini con età compresa tra un mese e un anno nei paesi industrializzati.
Sensibilizzare sulle regole che possono prevenire questo evento drammatico è il compito che si è data sin dal 1991 l’associazione Seeds for SIDS (Semi per la SIDS), nata da un gruppo di famiglie toscane e nota a livello nazionale. Con questo spirito l’associazione ha messo a punto la campagna di sensibilizzazione che ha fatto tappa a Reggio Emilia, nella Neonatologia del Santa Maria Nuova, ed ha visto la donazione di 450 piccolissimi body che recano la scritta “Nanna sicura… a pancia in su” richiamando, in tal modo, la prima regola che i genitori devono seguire: fare dormire il piccolo in posizione supina.
Fattori di rischio, a tutt’oggi, sono considerati il sesso maschile, la prematurità e la stagione invernale. Si stima che se la più sicura abitudine di far dormire i bambini supini invece che proni (a pancia in giù) si fosse diffusa a partire già dagli anni ’70, ovvero da quando erano disponibili le prime evidenze scientifiche e cliniche in merito, si sarebbe potuta salvare la vita di circa 50.000 bambini.
È valutato come estremamente nocivo il fumo di sigaretta già a partire dalla gravidanza: i bambini morti per SIDS tendono ad avere maggiore concentrazione di nicotina e cotinine nei polmoni (esposizione al fumo passivo) rispetto a bambini deceduti per altre cause. Altro fattore influente è la temperatura dell’ambiente che non deve essere troppo caldo: il microclima della stanza è ottimale quando la temperatura è compresa tra i 18 e i 20 gradi quando vi sia un buon ricambio d’aria che mantiene l’umidità intorno al 50%. Per la stessa ragione il piccolo non deve essere eccessivamente coperto. Nel sottolineare che l’uso del succhiotto è considerato oggi un fattore di attenuazione del rischio, gli specialisti raccomandano, nel caso in cui il piccolo dorma nella stanza dei genitori, di lasciarlo nella propria culla e non nel loro letto.
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Commenti:
mia cugina ha dovuto affrontare questo dramma quattro giorni dopo aver partorito il suo primo figlio. Lei fa parte dell’associazione in Veneto. E’ importante far sapere, è importantissimo. E sarebbe bene, come dice Veronesi, fare degli esami approfonditi ai neonati, soprattutto esami cardiaci.
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