asilo di Guastalla, Reggio EmiliaAppena 1.650 euro al metro quadrato, per uno spazio ecosostenibile che sarà più di una scuola per 120 bambini di Guastalla (RE), orfani di due istituti scolastici irrimediabilmente danneggiati dal terremoto che ha colpito l’Emilia due anni fa. “Costa quanto un edificio ‘brutto’, ma sarà bello”, dice con orgoglio l’architetto di origini palermitane Mario Cucinella, autore del nuovo nido d’infanzia per bambini da 0 a 3 anni che è stato presentato alla città il 12 aprile. Bello non solo per i materiali utilizzati (è tutto in legno), ma perché mette in pratica un nuovo concetto “di qualità dello spazio, che permetta ai bambini di riappropriarsi degli ambienti circostanti e non di stare chiusi tra quattro mura con una finestra”.

In effetti, a vederlo, il nuovo asilo nido di Guastalla è uno spazio tutt’altro che convenzionale: tramite le ampie vetrate divise da strutture in legno, pone i bambini a strettissimo contatto con la natura. Proprio quella natura che due anni fa ha tolto, adesso ridà speranza a un’intera comunità, ponendosi come modello per l’architettura del futuro, che non potrà fare a meno dell’ambiente e del suo rispetto. Ecco perché il 54enne allievo di Renzo Piano tiene anche a precisare che “tutti i materiali utilizzati sono ecosostenibili”, come se questo aspetto rappresentasse non solo una precisa responsabilità professionale dell’architetto ma anche un messaggio da tramandare alle nuove generazioni.

Generazioni che, a partire dai bambini fino ai giovani laureati, dovranno fare proprio non solo il rispetto dell’ambiente ma anche un nuovo concetto di riqualificazione delle città e delle periferie, “le cui esigenze cambiano molto più velocemente rispetto ai tempi di approvazione di un piano regolatore”. Dopo un terremoto, certamente, ma anche per altre iniziative sociali o nella normale trasformazione dei centri urbani. “E’ un modus operandi che Piano chiama del ‘rammendo’ – spiega Cucinella -, dell’affrontare i macrotemi partendo dai microtemi” . Teorizzato da Piano, sposato da Cucinella, il “rammendo” è già realtà.

Proprio con e grazie al suo maestro Renzo Piano, che per questo progetto devolve l’intera indennità da senatore a vita (circa 5 mila euro netti al mese), Cucinella ha infatti dato vita a fine gennaio al programma G-124 (dal nome dell’ufficio occupato da Piano a Palazzo Madama): “Io e altri due colleghi, l’ingegner Maurizio Milan e l’architetto Massimo Alvisi, ospitiamo per un anno due giovani architetti ciascuno nei nostri studi per formarli e per realizzare progetti per tre grandi città italiane (una del Nord, una del Centro, una del Sud, ndr), partendo da temi centrali come il traffico, l’energia, gli spazi. Entro l’estate avremo i primi riscontri”.

Roberta Pastore, Roberto Giuliano Corbia, Federica Ravazzi, Eloisa Susanna,Michele Bondanelli e Francesco Lorenzi, di età tra i 29 e i 38 anni, vengono da ogni parte d’Italia e saranno anche regolarmente retribuiti, grazie appunto all’iniziativa del più famoso architetto italiano nel mondo. Semplice e agile anche il modo in cui sono stati scelti: “Hanno potuto inviare la candidatura attraverso i social network, in particolare una pagina Facebook. Abbiamo tenuto anche a pagarli perché il lavoro va sempre pagato, e l’opinione di un giovane rispetto a me che ho 54 anni è una risorsa da valorizzare”. L’obiettivo del tutoraggio non è dunque di creare i nuovi Renzo Piano, ma tante nuove Guastalla.

Che non rimane l’unica opera sul territorio dell’architetto nato a Palermo e ora attivo a Bologna: “Dopo il sisma, i consociati di Confindustria hanno deciso di devolvere un’ora di lavoro, raccogliendo 7,5 milioni di euro, utilizzati per pagare altri 6 giovani architetti, in questo caso tutti sotto il mio patrocinio, e realizzare tre opere di grandissima importanza proprio grazie al contributo di questi ragazzi”. Si tratta di opere pensate non per l’emergenza ma per l’effettiva utilità sociale, come Guastalla e come quelle che verranno fuori dal G-124: “Entro l’estate chiuderemo i cantieri per una scuola di musica, una struttura di assistenza per le persone affette da problemi mentali, e un altro edificio adibito a palestra e sala civica e dotato di spazi per corsi di cucina”.

L’architettura responsabile di Cucinella è arrivata anche all’estero: l’Agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (Unhrwa), tramite una commessa da 2,3 milioni di dollari finanziata dalla Banca Islamica per lo Sviluppo (Idb), gli ha affidato la realizzazione di una delle decine di scuole che finalmente potranno dare un futuro ai bambini di Gaza, nei territori palestinesi. “Negli ultimi tre anni ne sono state costruite 40, ma ne servono un altro centinaio: rimangono ancora fuori dal sistema educativo circa 40mila bambini”. Da poco, per 2mila di loro (alternati tra mattina e pomeriggio) c’è già una scuola nuova, di cemento e non di legno come quella in Emilia, ma ancora più “bella”: “E’ la prima scuola a Gaza che presta particolare attenzione ai temi ambientali: recupera le acque piovane, ricicla l’acqua, utilizza il sole per produrre energia. Abbiamo anche messo in piedi un percorso formativo per i locali sulle tecnologie green, affinché in futuro possano camminare con le loro gambe”. Più di una scuola.

Fonte: Redattore sociale