Il bambino sta per soffocare: ecco cosa fare e non fare

rianimazione, vie aeree, disostruzioneQuando un bambino ingerisce un corpo estraneo è bene sapere cosa fare. Ma anche cosa non fare. Abbiamo seguito per voi (ma vi consigliamo di farlo in prima persona) il corso di disostruzione delle vie aeree organizzato dalla sezione ravennate della Croce Rossa Italiana. Rendendoci conto che poche nozioni e qualche prova sui manichini possono davvero fare la differenza: perché quando nella trachea di un bambino si incastra un pezzo di cibo, un giocattolo, un oggetto qualsiasi, la sopravvivenza è questione di pochi secondi. E saperli sfruttare al meglio è fondamentale. Troppi bambini ogni anno muoiono infatti per aver ingerito corpi estranei che nessuno, evidentemente, è stato in grado di riuscire ad eliminare. E qui arrivano le prime due regole. Uno, non si devono infilare per nessun motivo le dita nella bocca del bambino: si rischia infatti di far scendere l’oggetto ancora più giù, incastrandolo definitivamente. Secondo, bando alle leggende della nonna: non si prendono i bambini dai piedi per scuoterli, sperando che l’oggetto fuoriesca.

Utile e necessaria anche la prevenzione. I bambini non devono mai mangiare da soli, davanti alla tv, in macchina, mentre giocano o sono in movimento. Occhio anche alle forme, soprattutto per i più piccoli: pomodori ciliegini, chicchi d’uva, olive, caramelle e arachidi sono indicati come gli alimenti ai quali prestare maggiore attenzione. Senza contare tutto quello che contiene sale, come appunto le noccioline americane: il sale attira l’acqua, in questo caso quella della saliva, creando un tappo. Da non dimenticare biglie, monete, palloncini sgonfi, cappucci di penne, piccole batterie a pastiglia. “In generale tutto quello che entra all’interno di un rotolo di carta igienica – ha spiegata Maria Teresa Frassineti della Croce Rossa – è pericoloso. Prendetelo come unità di misura”.

Ma quando non siamo riusciti ad evitarlo, che si fa? Esistono, innanzitutto, due tipi di ostruzione. La prima è completa: ce ne accorgiamo dal fatto che il bambino non tossisce, non parla, non emette suoni, smette di respirare e diventa cianotico. La seconda è parziale: il bambino tossisce, parla, piange e respira ancora. Se siamo in presenza di un’ostruzione parziale, non dobbiamo intervenire con le manovre ma agire su tre piani: allertare il 118, invitare il bambino a tossire per espellere il corpo estraneo, non fargli cambiare posizione rispetto a quella in cui si trova. Se è seduto, insomma, lasciatelo seduto. Se è in piedi, lasciatelo in piedi.

Diverso il caso di un’ostruzione totale. Resta valido il suggerimento, anzi l’obbligo di chiamare i soccorsi. Ma le cose si distinguono a seconda che davanti a noi ci sia un lattante (fino a 12 mesi, fino a 10 chili di peso, fino a 75 cm di altezza) o un bambino più grande (fino alla pubertà).

Nel caso del lattante non è la tosse a doverci mettere in allarme. Piuttosto, il suo silenzio: la mancanza, insomma, di gridolini e vocalizzi. Il bimbo va preso con una mano dal mento e appoggiato a pancia sul nostro avambraccio, il quale a sua volta va appoggiato sulla nostra coscia, in posizione inclinata, di modo che la testa sia leggermente più in basso rispetto ai piedi. Con l’altra mano bisogna assestargli cinque colpi lenti tra le scapole, con il calcagno della mano (la parte ossea che è alla base). I colpi vanno dati non in direzione della testa ma dell’esterno. Il lattante va poi voltato a pancia su, sempre sull’avambraccio che poggia sulla coscia e sempre in modo inclinato: con il dito indice e il dito medio vicini, rigidi e messi in modo perpendicolare rispetto al suo petto, poi, gli vanno applicate cinque compressioni al centro del torace, nel punto dove lo sterno incontra la linea immaginaria tra i capezzoli. In questa operazione, è bene che il bambino abbia il torace scoperto: togliete o tagliate body o tutine. Se nemmeno in questo modo il corpo estraneo è uscito dalla bocca, passate alle manovre di rianimazione cardio-polmonare. Il lattante va steso a terra, con una mano gli va tenuta ferma la fronte. Operate cinque ventilazioni (nel naso e nella bocca contemporaneamente), poi trenta compressioni con le due dita rigida come prima (ma più veloci), poi di nuovo due ventilazioni. Ancora trenta compressioni, seguite da due ventilazioni. “Tutto questo – ha spiegato Frassineti – serve ad evitare danni al cervello. Magari il corpo estraneo è già entrato nel bronco ma poi ci penserà l’ospedale”.

Leggermente diverse le manovre nel caso di un bambino (sopra l’anno, quindi) con ostruzione totale. Valgono sempre i cinque colpi tra le scapole, che dovrete sferrare tenendo il bambino in piedi, di schiena, ma inclinato in avanti (fate leva, magari, sulla vostra coscia). E valgono anche le cinque compressioni sul torace (che dev’essere scoperto). Poi si passa alla manovra di Heimlich: mettete il pollice sullo sterno del bambino e l’indice sul suo ombelico: all’interno dell’arco che avrete formato inserite l’altra mano (fate prima un quattro con le dita poi chiudetela a pugno). Con entrambe le mani così posizionate, fate un movimento rotatorio a cucchiaio verso l’alto per favorire la fuoriuscita del corpo estraneo. Se nulla succede, richiamate il 118 e passate alla rianimazione. Il bambino va steso sempre a terra, voi vi dovete mettere in ginocchio, sollevargli leggermente il mento verso l’alto e fare come per il lattante: cinque ventilazioni (solo in bocca e tappandogli il naso), trenta compressioni veloci, due ventilazioni, trenta compressioni, due ventilazioni.

“Tutti dovremmo conoscere queste manovre – ha concluso Frassineti -. È assurdo che in Italia, chi lavora con i bambini non sia obbligato a seguire corsi specifici”.

Il prossimo corso della Croce Rossa Italiana – sezione di Ravenna è in programma sabato 10 maggio dalle 9 alle 12 alla Casa Matha di Piazza Andrea Costa. Non è necessario iscriversi.

Se volete leggere la storia di una mamma che ha salvato la figlia grazie alle manovre, cliccate qui

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Commenti:

  1. In qualita’ di allieva al corso in oggetto vorrei approfittare dell’ articolo per rivolgere un particolare e sentito ringraziamento a Suor Maria Teresa Frassinetti ed alle sue preziose collaboratrici.
    Siete meravigliose!

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