bambina bambini pidocchiVai in allarme al solo sentire la parola pidocchi? Il cartello attaccato all’ingresso della scuola con la scritta “si è manifestato un caso di pediculosi’ ti crea uno scompenso respiratorio? Ti prude la testa alla sola idea che qualcuno della tua famiglia sia infestato da questi piccoli esserini? Di pediculosi ne parliamo con Giuseppina Mingozzi, pediatra di base di Cesena.

Dottoressa, cosa sono i pidocchi e come si riconoscono?
” I pidocchi sono dei piccoli insetti di pochi millimetri, dalla forma appiattita, senza ali e che si attaccano per mezzo delle zampine a uncino. Il loro colore varia dal grigio chiaro al grigio scuro a seconda del capello del soggetto che li ospita, hanno infatti la capacità di mimetizzarsi. Si nutrono pungendo il cuoio capelluto ed è per questo che producono prurito. Vivono non più di due giorni e in questo lasso di tempo depongono le uova”.
Le uova come si presentano?
“Le lendini, cioè le uova dell’animale, si attaccano con una colla al capello e sono soprattutto queste che troviamo sulla testa. La quantità dei pidocchi è quasi sempre irrisoria, solo in casi di forte infestazione se ne presentano in quantità, l’infestazione, soprattutto nella zona dell’attaccatura, delle tempie e dietro le orecchie,  è dovuta alle uova”.
Come avviene il contagio?
“Il contagio avviene per contatto diretto tra le teste o i capelli, oppure tramite l’uso di effetti personali infestati. Nei contesti collettivi, come le scuole o le palestre, dove i bambini tengono una minore distanza fisica tra di loro, è più facile che si manifesti. Mentre giocano spesso si toccano i capelli, le bambine si prestano le mollette o i cerchietti, tutte situazioni che possono agevolare il saltello di un pidocchio da una testa all’altra”.
E’ vero che la pediculosi si manifesta soprattutto in primavera?
“No, l’infestazione può avvenire in qualsiasi momento dell’anno, ma forse in primavera con il fatto che c’è più luce naturale, è più facile accorgersene”.
Come prevenire il contagio?
“Per prevenire il contagio è utile ispezionare costantemente i capelli, almeno una volta alla settimana, e farlo in un ambiente illuminato.  Non c’è bisogno di usare shampoo specifici nella prevenzione ma normali detergenti, perché le lozioni apposite potrebbero addirittura renderli più resistenti.  Inoltre pettinare spesso i capelli e usare il balsamo e l’aceto durante il lavaggio sono abitudini che rendono i capelli più lisci, facendo sì che i pidocchi si attacchino meno facilmente. Anche tenere i capelli legati o corti può aiutare a evitare l’infestazione”.
Che cosa fare in caso di contagio?
“In caso di contagio bisogna fare un impacco della durata di circa venti minuti con gel o schiume specifici, meglio se con l’utilizzo di una cuffia di nylon che facilita il soffocamento dei pidocchi e delle lendini. Subito dopo si deve risciacquare la testa accuratamente e staccare le lendini dai capelli. Spesso le uova vengono confuse con la forfora, ma la differenza fondamentale è che la forfora si muove e cade quando si pettinano i capelli, mentre le lendini no. Inoltre è necessario fare un controllo dei capelli di tutti i componenti della famiglia e sarebbe buona norma anche cambiare le federe, le lenzuola ecc”.
Basta una sola applicazione?
“In alcuni casi c’è bisogno di procedere con un altro impacco a distanza di qualche giorno”.
Quando può rientrare a scuola il bambino?
“Quando sono le maestre ad accorgersene, il bambino viene immediatamente allontanato e può rientrare dopo il trattamento e con il certificato del pediatra. Se invece il genitore se ne è accorto a casa, dovrebbe comunque comunicare alla scuola l’avvenuto contagio e far tornare il bambino sempre dopo il trattamento”.