Non ci sono prove sulla sicurezza del parto in casa. Non secondo la Società italiana di neonatologia. Lo spiega il presidente Costantino Romagnoli all’agenzia di stampa Asca: “Nonostante le alte competenze che ostetriche e ginecologi possano fornire, le complicanze del parto e del post-partum non sono prevedibili in modo assoluto: ne è la prova la mole di contenziosi medico-legali che i colleghi ostetrici si trovano a dover fronteggiare. E vi assicuro che non si tratta quasi mai di malasanità”. Insomma, se già in ospedale spesso si verificano casi di neonati morti subito dopo il parto, nonostante la gravidanza fosse stata senza complicazioni, a casa non solo può accadere lo stesso, non ci sono le attrezzature per intervenire per tempo.
Il caso dei parti a domicilio, sempre più diffusi anche in Emilia Romagna dove sono già previsti rimborsi, si riapre con il decreto della Regione Lazio che ha deciso di riconoscere un rimborso di 800 euro per chi decide di partorire in casa.
Piuttosto, secondo Romagnoli, sarebbe il caso di coinvolgere di più “le famiglie nella gestione del post-partum e dell’allattamento” puntando su dimissione precoce e follow up delle mamme. Opzione che costerebbe più degli 800 euro di rimborso previsti ma secondo il medico più sicura ed efficace.
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