Come una pacca sulla spalla per dire: ‘Dai, che poi a pensare certe cose non sei la sola’. Lo ha fatto Lg prima e meglio di me, inventando il braccialetto con Gps per comunicare con i figli. Anzi, meglio: per rintracciarli quando sono lontani.
Non sono mai stata ansiosa. Lo sono diventata per necessità. Il Nano mi ha tolto qualsiasi possibilità di comunicare con il mondo esterno quando siamo al parco o al mare. Un essere alto meno di un metro, per 17 chili di vivacità può toglierti la serenità di uscire quando non vuole proprio sapere cosa siano le regole. Quantomeno la regola numero uno: non ci si allontana dalla mamma. Mio figlio l’ha interpretata a modo suo: appena lo sguardo della mamma si abbassa, si gira, si distrae anche solo il tempo di dire ‘ehi ciao come stai’, si scappa. Lontano, veloce. E così chi mi conosce o mi ha beccata in giro per parchi e spiagge mi avrà anche visto correre all’impazzata dietro quel ‘meno di un metro fuggente’, o peggio ancora urlare senza remore ‘dove sei?’. L’ho sempre trovato un attimo prima di andare nel panico: mentre si infila nel tubo dei giochini della spiaggia accanto (che una volta dentro chissà quando lo avrei ritrovato), o quando ha già percorso mezzo parco convinto che sia ora di tornarsene a casa da solo. Lui non corre, si volatilizza. E tu esci di casa sapendo che non dovrai mai, e dico mai girarti per più di 10 secondi a salutare un’amica.
Che non siamo mica robot. E così ho sempre pensato che se tra social network e cellulare, il Gps ti segue come un’ombra fedele, perché non dargli quella stupida utilità, mettendolo in un braccialetto da infilare al polso del Nano fuggente?
Lg ci ha pensato prima di me, annunciando l’arrivo in commercio di un braccialetto con Gps, Wifi e connessione 3G per sapere in qualunque momento dove si trova il bambino e, volendo, chiamarlo via cellulare o tablet attraverso una app. Si chiama KizON, ha una batteria da 36 ore che suona quando arriva a meno del 25% di carica, è resistente all’acqua e può essere personalizzato con i personaggi dei cartoni animati. Il braccialetto ha un pulsante che abilita la comunicazione con un numero prefissato, permettendo così ai bambini di chiamare i genitori in caso di emergenza.
Spero solo che Lg abbia pensato anche a un altro aspetto fondamentale: deve essere leggero e poco ingombrante. Altrimenti ci ritroveremo a correre all’impazzata inseguendo un braccialetto vuoto, scaraventato chissà dove, mentre il Nano di turno se la spassa.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta