“Sei italiani su dieci hanno ridotto gli acquisti alimentari, per un totale di 15,4 milioni di famiglie costrette a tirare ulteriormente la cinghia negli ultimi due anni”. E’ quanto emerge dall’anteprima del rapporto Coldiretti/Censis presentato oggi al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato a Cernobbio da Coldiretti in collaborazione con Studio Ambrosetti.
Nel dettaglio – sottolinea la Coldiretti – oltre 12,3 milioni di famiglie italiane di fronte alla crisi hanno deciso di ridimensionare gli sprechi nei propri consumi alimentari (48,1 per cento) mentre 3,1 milioni hanno dovuto tagliare i consumi essenziali (12,3%). Per quasi 9,5 milioni di famiglie italiane (36,7%) peraltro la crisi ha lasciato i consumi alimentari grosso modo invariati, mentre sono 468mila le famiglie a dichiarare di averli aumentati (1,8%).
“Non sorprende quindi che al vertice dei fattori che, secondo gli italiani, determinano la loro dieta ci siano la ricerca della qualità e della genuinità (45,4%)- valuta Coldiretti- e i prezzi (39,1%); a seguire si trovano i gusti, mangiare quel che piace (il 35,9%) e la voglia di alimenti salutari (28,4%)”.
Si spiega anche il ritorno della “cucina povera” che utilizza gli avanzi, tagli minori, pesci poveri o addirittura gli scarti per risparmiare, “ma – evidenziano Coldiretti e Censis – anche trucchi naturali per stare meglio con il ritorno delle diete naturali, delle posizioni miracolose e dei cibi afrodisiaci”.
Ma come effetto delle cinghie piu’ strette, inoltre, “si stimano in 10,6 milioni le famiglie italiane che ogni giorno della settimana fanno almeno un pasto insieme a colazione, a pranzo o a cena”. In altre parole “il 61,8% dei nuclei familiari – dice Coldiretti con Censis – escluse ovviamente le unipersonali, riesce ad avere un momento quotidiano di incontro intorno alla tavola”.
Le difficoltà economiche e sociali, infatti, “fanno stringere i ranghi all’interno della famiglia che si rafforza, non solo come soggetto di welfare che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno, ma anche come supporto psicologico per affrontare nuove ansie e preoccupazioni”.
Circa 2,5 milioni di famiglie italiane (il 14,3%) fanno insieme tutti e tre i pasti per tutti e sette i giorni della settimana, segnala la ricerca. Al contrario sono 342mila le famiglie in cui la copresenza a tavola durante la settimana e’ ridotta a livelli minimi, vale a dire al massimo un pasto insieme due volte a settimana. La cena si classifica come il momento piu’ unificante, con 8,8 milioni di famiglie che cenano insieme tutti i giorni della settimana, 5,2 milioni pranzano insieme ette giorni su sette e 4,6 milioni di famiglie fanno tutti i giorni colazione tutti insieme.
“Spesso considerata superata, la struttura della famiglia italiana si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale per tamponare gli effetti della crisi- dice il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo- in questo modo il nucleo familiare finisce per operare come vero e proprio provider di servizi e tutele per i suoi membri che ne hanno bisogno”
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