- L’intensità del dolore e la sua espressione sono sempre soggettive: è un’esperienza fisica-psichica caratterizzata da elementi biologici, affettivi, relazionali, spirituali, culturali non separabili tra loro.
- Il bambino non capisce il perché del dolore, non comprende la sofferenza e anzi al contrario si aspetta che l’evento doloroso venga controllato da parte degli adulti. I bambini che sperimentano numerosi episodi dolorosi diventano progressivamente sensibili e preoccupati invece che meno stressati. NON CI SI ABITUA AL DOLORE.
- I bambini sino a 3 anni non sono in grado di esprimere a parole il dolore… dobbiamo imparare noi a riconoscerlo!!! Bambini al di sotto degli 8 anni non capiscono che un disagio a breve termine può comportare benefici a lungo termine (a loro non importa se noi gli facciamo del male “per il loro bene”).
- Ansia e paura esacerbano la percezione del dolore e andranno pertanto contenute il più possibile.
- Il dolore è meccanismo di difesa, ci dice che qualcosa sta avvenendo e può diventare esso stesso malattia!
- Quali sono i tipi di dolore:
- Malattia (mal d’orecchio, mal di gola, mal di pancia, mal di denti, ecc…)
- Traumi
- Manovre invasive (prelievi, suture, vaccinazioni, ecc.)
- Il dolore può essere misurato con apposite scale adattate all’età del bambino.
- Come trattarlo:
Paracetamolo
- Se gocce: 3 gocce ogni Kg di peso
- Se sciroppo: la metà del peso in ml
- Se supposta: 62.5 mg (fino ai 6 Kg di peso); 125 mg (fino ai 10 Kg); 250 mg (fino ai 20 Kg)
Ibuprofene (dai 3 mesi di vita):
- sciroppo: peso del bambino diviso 3, si ottengo gli ml da somministrare
- EMLA: crema anestetica da applicare un’ora prima del prelievo o piccole procedure chirurgiche sulla pelle.
- Tecniche non farmacologiche:
- Allattamento
- Suzione “non nutritiva” (ciuccio o simile)
- Lasciare il bambino in braccio a mamma o papà
- Bolle di sapone
- Video
- Lettura libri
- Musica
- Far disegnare il bambino
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