p437_1_01“Vuoi mettere in ordine la stanza?”. “La smetti di piangere?”. “Ti muovi che sennò arriviamo tardi a scuola?”. I genitori gridano, strillano. Daniele Novara, uno dei maggiori pedagogisti italiani, quando ha visto rieditare per quattro volte in due mesi il suo libro “Urlare non serve a nulla” (Bur Rizzoli), ha capito di avere centrato un tema molto sensibile.
Si aspettava un riscontro del genere?
“No, affatto. Il successo del libro mi ha fatto capire che il problema è endemico. Molte famiglie si sono senz’altro riconosciute, spero non solo nel titolo ma anche nei contenuti. Fatto sta che il fenomeno è diffuso più di quanto si pensi”.
Perché mamme e papà, per farsi ascoltare, scelgono la strada dell’aggressione verbale?
“Perché nella loro memoria genealogica è ancora l’impressa l’idea del genitore autoritario, che alza la voce per farsi rispettare. Tutto il contrario: oggi quel modello si è liquefatto. Ma pochi se ne sono accorti: molte mamme e molti papà continuano a urlare e ad andare su tutte le furie per un’incapacità di gestire quello che sta succedendo”.
Lo fanno nella convinzione che serva davvero a qualcosa?
“No, dopo averlo fatto si sentono il più delle volte male. Ma allo stesso tempo non si fermano e urlano ancora più forte, come in una sorta di circolo vizioso”.
E sui figli, qual è l’effetto?
“Si spaventano, si impauriscono. E di certo colgono la fragilità e la mancanza di credibilità dell’adulto. Non dico nulla di originale. Ma insisto sul fatto che il genitore deve cercare altre strade per farsi dare retta”.
Per esempio?
“Le regole prima di tutto. E che siano condivise all’interno della coppia genitoriale ed educativa. Le regole devono essere dei principi organizzativi, delle procedure. Non certo dei comandi da impartire con insistenza. Peccato che molti credano che le alternative all’urlo facile non esistano”.
Lei, da padre, non ha mai gridato davanti ai suoi figli?
“L’ho fatto anche io, certo, salvo però accorgermi che non funzionava. L’importante, lo dico sempre, è rendersene conto e correre ai ripari. Non serve a nulla mettere i bambini in allarme, serve molto di più la determinazione degli adulti”.
Se un genitore urla spesso si possono verificare conseguenze negative sulla relazione o lo sviluppo?
“Gli studiosi americani ci dicono che nella pre-adolescenza c’è il rischio di depressione psicologica, con esiti anche nefasti, fino al suicidio. Questo ci fa capire che è una questione seria, non stiamo parlando di sciocchezze”.