Contributi ai papà per stare a casa con i figli: una sola richiesta. Ravenna ci riprova

papàUna sola richiesta. E per soli due mesi. Ma per l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna Giovanna Piaia parlare di “insuccesso” del contributo di 300 euro al mese ai papà disposti a prendere il congedo serve eccome: “Inutile girarci intorno o farne un tabù. Il fallimento della campagna non solo ci spinge a rivederla ma ci apre nuovamente gli occhi sui fattori sociali che impediscono, nei fatti, ai papà, di prendersi qualche mese dal lavoro per restare con i bambini al posto delle mamme”.

L’Amministrazione comunale, un anno fa, aveva destinato 37.875 euro di un fondo regionale proprio per favorire la conciliazione famiglia-lavoro. E aveva scelto nello specifico di rivolgersi ai papà: gli uomini con un lavoro dipendente che avrebbero scelto di stare a casa con il figlio – percependo quindi, come per ogni congedo facoltativo, il 30% dello stipendio – avrebbero ricevuto un contributo di 300 euro al mese. Il limite del bando era il valore dell’Isee, che non doveva superare i 25mila euro. Un tetto che ora viene alzato a 35mila euro. Non solo: sarà elevato da 300 a 500 euro l’ammontare del contributo economico mensile corrisposto. E passa da 3 a 5 mesi il periodo massimo per il quale il contributo può essere richiesto. Ancora, sarà estesa la possibilità di fruire dei contributi anche ai padri di bimbi la cui madre risulti lavoratrice autonoma (in questo caso il contributo può essere richiesto per un periodo massimo di tre mesi).

“Il fatto che ci sia arrivata una sola richiesta in un anno, lasciando il fondo quasi del tutto inutilizzato – spiega Piaia – ci mostra con evidenza i fattori sociali che impediscono ai papà di lasciare il lavoro per qualche mese: prima di tutto, gli uomini guadagnano di più delle donne e rappresentano quindi il reddito forte; secondo, gli uomini hanno lavori meno precari delle donne e quindi vogliono rischiare meno; terzo, manca una cultura aziendale, per cui le ditte sono insensibili e impreparate“.

Ma Piaia l’ha presa come una sfida: “I 37mila euro sono ancora quasi tutti lì e ho deciso di riprovarci, rilanciando il bando. Stavolta mi aspetto che le richieste arrivino. L’obiettivo è esaurire il fondo”. E se il problema fosse solo culturale? “Io credo che oggi i papà condividano molto di più di un tempo il lavoro di cura con le mamme. Quando ne parlo ai corsi di preparazione alla nascita, le donne sorridono e gli uomini reclinano il capo: è un tema sentito. Durante il progetto sui lavori domestici che abbiamo svolto con gli adolescenti, si è parlato anche di congedo dei papà: e i ragazzi hanno mostrato grande interesse. Qualcosa, di certo, sta cambiando”.

Info 0544/249111
www.aspravennacerviaerussi.it
www.comune.ra.it (sezione bandi e concorsi/bandi vari).

In questo articolo ci sono 3 commenti

Commenti:

  1. Io ho perso il lavoro dopo la maternità quindi lo stipendio di mio marito ci serve intero. Non conviene chiedere il congedo a lui.

  2. Gent.ma Piaia,
    quei 37 mila euro residui perché non utilizzarli ripristinando
    l’ utilissimo servizio voucher per gli asili nido?

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