Papà più presenti e bambini come pacchi postali. Separazioni: “Ecco cosa è cambiato”

separazione, coppia, famigliaSono anni che l’avvocato Cristina Amadori non vede i papà, nei casi di separazione, opporsi alla possibilità di vedere spesso i propri figli, anche se molto piccoli. Le capita più di frequente, al contrario, di registrare come puntino i piedi per assicurarsi di trascorre con i loro bambini lo stesso tempo riservato alla madre. Un cambiamento culturale, insomma, secondo il legale c’è stato eccome. E se ne parlerà durante il convegno che Fidapa (di cui Amadori è socia e responsabile legale) ha in programma mercoledì 20 maggio dalle 15 alle 18 alla sala Cavalcoli della Camera di Commercio di Ravenna (viale Farini 14). E che tratterà delle novità legislative in materia di separazione e divorzio.
Avvocato, durante le separazioni e i divorzi si tiene sempre conto del bene e delle esigenze dei bambini?
“Purtroppo no, soprattutto quando le coppie non dialogano e quindi faticano a concertare gli aspetti apparentemente più semplici e pratici, come decidere se iscrivere o meno il figlio a catechismo o a un’attività sportiva. Quando prevale il conflitto, poi, un genitore viene escluso e, per esempio, viene a sapere della riunione a scuola dal bambino, salvo poi sentirsi rinfacciare dall’ex coniuge di non interessarsi mai alla vita del figlio: un classico”.
Oggi i padri sono cambiati: da quando ha iniziato a toccarlo con mano?
“Ho in mente un episodio personale, successo tredici anni fa, quando è nato il mio primogenito. Nel reparto di terapia intensiva neonatale ci fu una vera e propria sommossa dei papà, che rischiavano di essere esclusi dalle visite ai bambini dopo che una mamma aveva messo in evidenza il proprio senso di imbarazzo nell’allattare davanti a degli uomini. I papà si unirono per rivendicare il loro diritto a trascorrere qualche minuti vicino ai loro figli nelle incubatrici. Ricordo che gli operatori del reparto ci dissero che era la prima volta che vedevano papà così motivati e interessati. Nel mio lavoro, poi, con il tempo ho visto modificarsi gli atteggiamenti degli uomini: anni fa non stavano troppo a preoccuparsi se per una settimana non vedevano i figli, soprattutto se molto piccoli. Poi non mi è più successo”.
Una equa e netta divisione dei tempi di frequentazione del figlio da parte delle mamme e dei papà è davvero sempre la soluzione più giusta?
“Per i genitori sì, per i bambini non sempre. In genere, quando sono molto piccoli, si divertono pure a fare i pacchi postali, passando ogni tot giorni da una casa all’altra. Ma quando crescono e gli impegni aumentano, si stancano, non vogliono avere due case, si sentono continuamente sballottati da una parte e dell’altra. Senza contare le implicazioni economiche: per evitare di far girare i bambini con la valigia, le famiglie sono costrette ad avere tutto doppio: dai vestiti ai giocattoli”.
Con l’assenso de genitori, si può scegliere una soluzione diversa: lasciare il bambino nella casa dove viveva con entrambi i genitori, dove a ritmo alternato lo raggiungono la mamma o il papà. Che cosa ne pensa?
“A Ravenna alcune famiglie la stanno praticando ma a me lascia molto perplessa. Al di là degli aspetti economici e del fatto che alcune famiglie la scelgano nell’ottica di creare meno traumi possibili al figlio, credo che alla lunga non sia sostenibile. Il bambino non è né carne, né pesce. Senza contare che nel momento in cui uno e entrambi i genitori si rifanno una vita, con nuovi compagni o nuove compagne ed eventualmente altri figli, non possono certo pensare di traslocare ogni volta in un’altra casa. Insomma, nel breve periodo può anche essere percorribile, ma non di più”.
In genere su quali fronti è più forte lo scontro degli ex coniugi?
“Sulle spese. Un aspetto sul quale può intervenire in modo positivo il ricorso alla mediazione familiare. Che però non può essere la soluzione a ogni male. Se una coppia ha voglia di dialogare, lo fa. Non lo può imporre nessuno, tantomeno un giudice”.

Qui la pagina Facebook con il programma dell’evento di mercoledì al quale Cristina Amadori farà da relatrice e al quale parteciperanno anche Antonella Allegra, giudice del Tribunale di Ravenna specializzata in diritto di famiglia, l’avvocato Ada Valeria Fabj e la psicoteraputa Olga Cellentani.

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