La droga nelle serie tv: “Genitori, guardatele insieme ai vostri figli”

ragazzo drogaI media non inventano nulla. Semmai, colgono le tendenze in anticipo, forse stereotipandole un po’ ma comunque tenendosi sempre agganciati alla realtà. Ne è convinto il media educator Michele Marangi, che venerdì 26 giugno – tra le 10 e le 13 – sarà ospite dell’iniziativa “Le droghe si manifestano. Giornata mondiale di lotta alla droga e al narcotraffico” organizzata dalla Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo di Ravenna a Palazzo Rasponi delle Teste (piazza Kennedy 12). Nel suo intervento dal titolo “Serial drugs. Le serie tv e il nuovo immaginario sulle droghe”, Marangi parlerà di come l’uso di sostanze venga raccontato e rappresentato nelle serie televisive, Dr House incluso. E di quale sia il modo più giusto di guardarle – da parte di adulti e ragazzini – senza cadere né in inutili terrorismi né in dannose indifferenze.
Michele, per la televisione chi è il drogato, oggi?
“Al contrario degli anni Settanta e Ottanta, non è più lo sfigato tossicomane. Si droga la persona meno sospettabile del mondo, si droga la signora, si droga il medico. Prendiamo il Dr House: assume sostanze perché ha un problema. Il nostro compito è dire che, però, non gli serve a fare meglio il medico. Idem per Weeds, che racconta di una vedova della middle class americana alla quale il marito ha lasciato una montagna di debiti: per ripagarli, si mette a distribuire erba. Con la scusa della droga, quella serie ragiona su una serie infinita di contraddizioni sociali. Ecco, bisogna sempre imparare ad andare oltre”.
Questi telefilm, però, sono molto visti anche dagli adolescenti: come si fa a evitare che abbiano comportamenti di emulazione?
“Anche io sono padre di una 16enne. Consiglio sempre ai genitori di vederle insieme ai figli, le serie tv. O almeno di usarle come strumenti per discutere delle cose, ragionare, riflettere, superare i luoghi comuni. Sono una grande risorsa, non dimentichiamolo. I ragazzi ne sono immersi fino al collo, è inutile che noi adulti le ignoriamo”.
La televisione può davvero avere un’influenza sull’uso di droghe?
“Non esistono ricerche sul tema e quindi sono sempre molto cauto. Il rischio, chiaramente, esiste. Ecco perché è importante spiegare ai figli che quello che vedono sullo schermo è appositamente esagerato”.
Le serie raccontano anche dell’abbassamento dell’età alla quale si inizia a usare, ovvero di quel fenomeno segnalato sempre più spesso dai servizi?
“Non tanto. Però possiamo dire che le sostanze più raccontate sono l’alcol e il fumo, che sono poi quelle maggiormente usate dai giovanissimi. Sempre più rappresentata, in fase adolescenziale, è anche la sessualità. Inutile nasconderlo: fa audience”.

L’intero programma dell’iniziativa, che dura fino a sabato 27 giugno, è qui

 

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