whatsapp, telefonino adolescenti“Il ragazzo è morto nel cocco? Lo insegna Darwin, selezione naturale, non colpa del locale”. “La colpa non è del locale ma dei genitori che non guardano i propri figli come spendono e cosa fanno coi soldi”. Sono solo due dei commenti scritti su Twitter con l’hastag #noallachiusuradelcocoricò. Con l’hashtag #iostoconilcocoricò c’è invece chi scrive “solo in Italia un drogato di 15 anni può far chiudere una discoteca. Paga un azienda le scelte di un moccioso”. O, ancora, “se il ‘pistola’ che è morto di XTC al Cocoricò fosse in coma, la disco sarebbe ancora aperta?”.

Commenti forti, pesanti, a volte offensivi quelli che in queste ore si stanno inseguendo dopo la decisione del questore di Rimini di chiudere la discoteca Cocoricò di Riccione per quattro mesi in seguito alla morte del 16enne Lamberto Lucaccioni. Commenti edulcorati da quelli di chi scrive che chiudere il locale non serve a porre fine al problema della droga e dello spaccio.

Intanto, Fabrizio De Meis ha annunciato il ricorso al Tar. Duecento famiglie, ha spiegato, con la chiusura si ritroveranno senza entrate per quattro mesi. E la discoteca sarà costretta a chiudere per sempre.