Febbre e tosse nei bambini: disturbi molto comuni. Ma in materia che cosa sanno, realmente, i genitori? E soprattutto, come si comportando quando è il momento di affrontarli? L’Agenzia sanitaria e sociale regionale ha indagato il tema somministrando alle famiglie, nel febbraio scorso, un questionario on-line di cui, ora, sono disponibili i risultati: 165 i genitori che lo hanno compilato, dando risposte a volte corrette e altre no.

Il 75% di loro riferisce, per esempio, che per prevenire influenza, raffreddore, mal di gola, virus gastrointestinali è utile lavarsi le mani con acqua e sapone dopo essere andati in bagno, prima di mangiare e quando le mani sono sporche: risposta corretta, dunque. Ma il 19% ritiene, erroneamente, che sia invece necessario lavarsi le mani con un sapone antibatterico. Sbagliato, dice l’Agenzia: “Non solo il sapone antibatterico non è più efficace del comune sapone nel prevenire le infezioni, ma può indurre resistenze nei comuni germi che circolano in casa o a scuola”.

bambina con la febbreIl 70% dei genitori riporta, correttamente, che allattare al seno in modo esclusivo – cioè senza aggiungere nulla, nemmeno acqua – per i primi sei mesi circa di vita del bambino è un’alimentazione sana e completa e protegge dalle malattie infettive. Il restante 30% non sa invece che l’allattamento al seno protegge dalle infezioni. “Gli studi – commenta la Regione – dimostrano invece in maniera inequivocabile che la protezione offerta dal latte materno rispetto al latte artificiale riguarda la riduzione degli episodi di otite media acuta, otite media acuta ricorrente, altre infezioni delle prime vie respiratorie, polmoniti, bronchioliti, gastroenteriti”.

Il 73% sa che evitare l’esposizione dei bambini al fumo di sigaretta riduce il rischio di ammalarsi di tutte le malattie respiratorie (sia asma che infezioni causate da virus e batteri); il 20% dei genitori invece pensa erroneamente che questo intervento riduca solo il rischio di asma.

Il 96% dei genitori sa che, in caso di difficoltà nel somministrare l’antibiotico al proprio bambino, non deve sospendere la terapia, ma riprovare più tardi senza saltare la dose.

Dopo avere consultato il proprio pediatra in occasione di episodi infettivi del bambino, il 17% dei genitori è rimasto con alcuni dubbi rispetto a quanto suggerito dal curante. I dubbi riguardano in particolare la prescrizione dell’antibiotico e il fatto che alcune volte venga prescritto e altre no. “Sarebbe utile – dice l’Agenzia – che il medico curante si prendesse il tempo necessario a spiegare ai genitori perché questo accade e che è giusto così: non tutte le infezioni sono causate da batteri, molte guariscono spontaneamente e non sempre è quindi necessario l’antibiotico”.

Il questionario è servito anche a cambiare le linee guida regionali rispetto al trattamento di otiti e tonsilliti, come avevamo spiegato qui: meno antibiotici e meno accessi al pronto soccorso è il nuovo diktat.