Bambini di quattro o cinque anni stravaccati nei passeggini, trasportati da genitori rassegnati a non vederli scendere né camminare. Un fenomeno tutto italiano e altamente diseducativo secondo Italo Farnetani, pediatra milanese intervistato da AdnKronos Salute. La fotografia scattata dal medico parla di 100mila passeggini che trasportano, nonostante l’età, bambini tra i 4 e i 6 anni.
Comodo? Da un lato sì ma dall’altro si rischia di inceppare il processo di crescita e autonomia dei bambini. Stando ai dati del pediatra, in Italia si muovono 1,8 milioni di passeggini ma solo un milione e mezzo – ovvero quelli dei bambini sotto i tre anni – dovrebbero avere il “permesso di circolazione”. Per tutti gli altri, divieto assoluto.
Per Farnetani il passeggino va bene a un anno e mezzo, quando il bimbo inizia a malapena a salire e scendere da solo. Va bene anche a due, quando il piccolo cammina ancora piano e si stanca in fretta. A tre anni, però, giro di vite: perché al di là delle abilità che a quell’età sono già belle che sviluppate, i bambini sono pure alti e pesano un bel po’. “Alzati e cammina”, dovrebbero dire allora i genitori ai figli, senza scendere a compromessi davanti ai capricci. Pena una dipendenza da passeggino che mina lo sviluppo psicofisico. Infatti, l’uso prolungato del passeggino oltre a impedire l’autonomia e l’indipendenza del bambino, rallenta il normale processo di crescita, è un comportamento diseducativo, che influisce negativamente sulla maturazione psicologica del piccolo e favorisce l’obesità infantile rischiando perfino di fare perdere ai nostri figli l’attitudine al gioco.
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Commenti:
Quando si tratta di bambini… assolutamente non giudico nessun metodo e nessuna scelta dei genitori, ognuno fa come può.
I miei piccoli ai due anni hanno smesso passeggino e macinato chilometri ed ore di camminata. Non sono mai desideri dei figli, ma concessioni dei genitori.
Il cambiamento avviene nei genitori e poi più facilmente i bambini potranno cambiare abitudine.
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