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Viola Cottini

Il travaglio che accelera, la sfilata che salta, il piede sull’acceleratore, la sala parto e lo spettacolo che, alla fine, si tiene all’ingresso dell’ospedale. Viola, la figlia del modello malato di sclerosi multipla Ivan Cottini, è nata sabato sera con un tempismo eccezionale: le contrazioni della sua compagna Valentina Fabiani, infatti, si sono fatte ravvicinate proprio quando stava per iniziare il ritorno di Ivan in passerella, a Montemaggiore di Metauro.
Ivan, sei scappato verso l’ospedale di Fano a cinque minuti dall’inizio della sfilata: che cosa avresti dovuto fare?
“Avrei sfilato sorreggendomi su due ragazzi che mi avrebbero fatto da stampelle. Cosa alla quale non ho rinunciato: appena Viola è nata, ho sfilato nel corridoio dell’ospedale davanti a medici, tv che mi avevano inseguito e amici. Alla fine, insomma, ce l’ho fatta lo stesso. Era l’una di notte”.
Che sensazioni si provano a diventare papà, soprattutto nelle tue condizioni?
“Viola è la mia seconda vita, sono emozionatissimo, ancora non me ne rendo conto. Nella favola contenuta nel libro che ho scritto con Giobbe Covatta io guarisco dalla sclerosi multipla quando nasce Viola. La sto vivendo esattamente così”.
In sala parto non sei svenuto, come succede ad alcuni papà?
“No ma tremavo come una foglia. Vedere la propria compagna che sta così male ti fa sentire impotente. Ma ho partecipato in tutti i modi possibili, l’ostetrica mi ha fatto anche toccare anche i capelli di Viola quando la testa era quasi fuori”.
ivannnnA chi assomiglia?
“Mi sembra che assomiglia alla mamma ma mi dicono invece che è uguale a me. Pesa 3 chili e 600, una bambinona. Del resto la gravidanza è durata quasi dieci mesi, Valentina era arrivata alla 41esima settimana più tre giorni di gravidanza. Nel travaglio, forse, è stata facilitata dal fatto che questo era il suo secondo parto, visto che ha già un bimbo. In due ore ha fatto tutto, è stata bravissima”.
Domani le avrai a casa con te. Che cosa ti aspetti?
“Tutti fanno terrorismo: mi dicono che la pacchia è finita, che sarà un gran casino, che non si dormirà più. Ma credo che sarà il problema minore. Vivremo insieme ai miei genitori. Non voglio certo che Valentina debba occuparsi di tre figli”.

Qui la storia di Ivan raccontata da Romagna Mamma