Non poteva indossare la camicetta, perché si sarebbe intravisto il seno. Si doveva far crescere la barba nonostante fosse nel bel mezzo del percorso per diventare donna. Una transessuale è stata licenziata dal negozio di abbigliamento in cui lavorava a Rimini, negozio appartenente a una catena americana.
Il caso di discriminazione, raccontato da “La Repubblica”, è finito nelle mani dell’avvocato Cathy La Torre, consigliere comunale di Sel a Bologna e vicepresidente del Mit (Movimento identità transessuale). Le vessazioni iniziano quando il dipendente decide di diventare donna e inizia la sua trasformazione fisica: l’azienda per cui lavora non l’accetta, impone di mascherare il cambiamento, obbliga la transessuale a indossare la divisa maschile, fa orecchie da mercante davanti alle sue richieste.
Una volta ultimato il percorso per diventare donna, viene licenziata con una scusa. Il caso arriverà in tribunale a Bologna, dove ha sede legale l’azienda. L’avvocato la Torre ha promesso battaglia.
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