violenza donneIl marito la picchiava. Al punto che, come recita la sentenza della quarta sezione del tribunale civile di Genova, “è stata costretta a lasciare la casa coniugale per le continue percosse e minacce subite”. Una situazione che andava avanti, in pratica, dal loro matrimonio, dal 1991: “Da anni spesso il marito arrivava a casa ubriaco, insultava e percuoteva la moglie”, continuano i giudici. Una vita di sopraffazioni che neanche l’arrivo dei due figli ha cambiato. Anzi, la minorenne, nata nel 1999, sei anni fa è stata affidata ai servizi sociali perché la vita in famiglia era divenuta insopportabile. L’uomo, come riportano i media locali, era anche finito in prigione; la moglie però non aveva mai sporto denuncia. E questa, forse, è stata la sua colpa. Se di colpa si può paradossalmente parlare.

Perché un motivo bisognerà pur trovarlo nella sentenza dei giudici liguri che hanno pronunciato la separazione ma senza alcun addebito per l’ex marito. Nonostante la moglie avesse presentato anni di referti medici del pronto soccorso, testimonianze delle violenze subite, delle aggressioni, delle intemperanze alcoliche del marito, i magistrati hanno specificato: “Avendo essa stessa ammesso che tali condotte sono iniziate nell’anno 1991, la signora ha dunque di fatto tollerato tali condotte”. Così la vittima di ventiquattro anni di soprusi non ha diritto a niente: non a un indennizzo per quel che ha passato assieme ai figli e nemmeno a un assegno mensile per potersi mantenere. Il tribunale ha rifiutato la separazione per colpa del marito. Facendo implicitamente intuire, come si diceva, che la colpa è stata della moglie, del suo lungo silenzio, della sua eccessiva tolleranza, della sua debolezza.