Papà separati senza più nemmeno gli occhi per piangere, costretti a chiedere aiuto alle associazioni (se ce ne sono) o a fare due lavori per pagare il mantenimento. Ma c’è anche chi, come Simone Lucchi, mostra che la gestione organizzativa ed economica dei figli può essere organizzata in un altro modo, con effetti benefici anche sul conto in banca.
Quarantacinque anni, cervese, muratore, Lucchi è tra i fondatori dell’associazione “Genitori per sempre” nata per sostenere le mamme e i papà in difficoltà e per sensibilizzare sui diritti dei bambini. Gli stessi che, a suo parere, “nelle separazioni vengono spesso lasciati da parte”. L’associazione è riuscita a fare istituire quest’anno, in Comune a Cervia, il registro della bigenitorialità: uno strumento che permette di inviare le comunicazioni che riguardano il minore ai due diversi domicili di mamma e papà. Un’operazione concreta ma anche dall’alto valore simbolico, visto che mette sullo stesso piano le due figure genitoriali e i loro rispettivi ruoli. Il registro è ora realtà anche nei Comuni di Ravenna e Rimini. A Cervia “Genitori per sempre” ha poi ottenuto il primo Sportello della bigenitorialità in Italia, in aiuto ai genitori separati e ai diritti dei loro figli.
E anche nella vita personale, Lucchi è un esempio di come gli ex coniugi possano essere genitori alla pari: “Ho due figli di 12 e 7 anni, di cui sono genitore collocatario. Nel nostro caso sarebbe la mia ex moglie a dovermi versare ogni mese il mantenimento per i bambini, che ammonta a 300 euro. Ma non ho mai fatto né guerre, né pressioni per averli”. Seguendo gli accordi, infatti, i due bambini restano diciotto giorni al mese con il papà e dodici con la mamma. Il che equipara anche le spese che i due genitori devono sostenere: “Bene o male, spendiamo gli stessi soldi. Ecco perché non ho mai preteso quei 300 euro che mi spetterebbero. Il nostro esempio fa davvero capire quale sarebbe la strada giusta per bypassare il fardello del mantenimento che mette in ginocchio parecchi genitori”.
La strada, appunto, è quella dei tempi paritari: “Le separazioni sono già molto costose di per sé. Se ne vanno ogni volta migliaia e migliaia di euro in avvocati e compagnia bella. Senza contare che, fino a che non arriva il divorzio, gli ex coniugi fanno Isee insieme e quindi diventa impossibile usufruire di certe agevolazioni, come per esempio per i libri della scuola”. Perché poi, da considerare, ci sono anche le conseguenze sulla casa: “Noi avevamo un mutuo che non abbiamo più potuto pagare. La casa tornerà alla banca. Io, nei primi tempi, mi sono appoggiato a casa di mia madre, dove dormivo sul divano pur di lasciare l’unica stanza libera ai miei figli. Oggi che ho una nuova compagna, invece, le cose vanno decisamente meglio: vivo con lei e con sua figlia, oltre che con i miei bambini, in una casa di sua proprietà. Altro motivo per cui, dalla mia ex moglie, che oltretutto fa la cameriera, non ho mai voluto un centesimo”.
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