adolescenza“Fragilità, il tuo nome è donna”. Lo scriveva circa cinquecento anni fa William Shakespeare nell’Amleto a digiuno, evidentemente, di nozioni di psicologia e ignaro delle scoperte della medicina moderna. Ma, da profondo conoscitore dell’animo umano, non si può dire che non ci avesse azzeccato.

Oggi, a ulteriore dimostrazione che quello che potremmo definire il ‘patrimonio genetico emozionale’ viene trasmesso (nel bene e nel male) dalla madre alla prole, in special modo a quella di sesso femminile arriva un fresco studio condotto dall’università della California e pubblicato sul Journal of neuroscience. La ricerca non solo conferma, come dimostrato da precedenti lavori, l’ereditarietà della depressione ma evidenzia che questo disturbo discende in linea femminile: infatti è più probabile che venga trasmesso dalle madri alle figlie piuttosto che ai maschi o dai padri ai figli di entrambi i sessi.

Prendendo in esame 35 famiglie statunitensi (composte interamente da persone sane e non colpite da ansia o depressione), gli esperti hanno stabilito che la trasmissione delle emozioni avviene soprattutto dalle madri: sono loro a passare ai figli il circuito cerebrale responsabile dei cambiamenti di umore. In particolare nella depressione c’è il legame più forte fra madri e figlie. Le analogie femminili si evidenziano nelle strutture cerebrali, più specificamente nel sistema corticolimbico (responsabile, appunto, delle variazioni di umore) analizzato nell’ambito della ricerca californiana grazie alla risonanza magnetica: le mappe del cervello e il relativo volume di materia grigia sono più simili tra madri e figlie che in qualsiasi altra relazione (madre-figlio o padre figlio/figlia).

Tuttavia gli scienziati precisano che “la scoperta non significa che le madri sono necessariamente responsabili della depressione delle loro figlie” e che anche altri fattori possono scatenare il mal di vivere. Tra questi, ovviamente, l’ambiente sociale e le esperienze di vita. Non è solo questione di genetica, dunque.