rominaL’anno scorso Iuri, mentre preparava l’esame di maturità, è passato alle cronache locali perché – per supportare la mamma appena rimasta vedova – lavorava nel forno pasticceria “Diamanti” dei genitori, a Madonna dell’Albero, a pochi chilometri da Ravenna. Lavoro che aveva iniziato già da qualche mese, da quando Paolo, il marito della mamma, non era più in buone condizioni di salute.

Il fatto di rimboccarsi le maniche è uno dei patrimoni più forti nell’intera famiglia di Romina Tusoni, 44 anni, una delle poche della provincia iscritte all’associazione nazionale Famiglia Numerose.

Romina è infatti mamma di cinque figli: Iuri, Matteo e Federico di venti, diciotto e sedici anni, nati dal primo matrimonio, e poi Rosa e Giuseppe di otto e sei anni, figlie di Paolo. Una famiglia, nonostante tutto, con il sorriso sulle labbra. Primo perché Romina, di figli, se avesse potuto ne avrebbe fatti anche di più. Due, perché quando si è in tanti e la torta da spartire è scarsa, ci si arrabatta. E le cose si apprezzano anche di più. Cosa che sembra incredibile in tempi di magra che fanno a botte con consumi sfrenati e figli viziati.

“Abbiamo la fortuna di vivere in un alloggio popolare – racconta Romina – dove paghiamo un affitto molto basso. L’attività del forno potrebbe andare meglio ma non ci lamentiamo: io e Iuri lavoriamo tanto e non stiamo certo a dividerci lo stipendio, visto che dall’incasso dobbiamo mangiare e vivere tutti, senza distinzioni. Abbiamo una macchina in sei, non abbiamo grossi sprechi”.

Chiaro, tutto non si può avere: “La spesa è studiata: andiamo al discount o compriamo le forniture di pasta all’ingrosso, grazie al forno. Spesso a pranzo o a cena si accontentiamo di una spaghettata, oppure sfruttiamo il 3X2 sulla pizza d’asporto”. E per il superfluo, non c’è posto: “Le vacanze le abbiamo sempre fatte in camper, per risparmiare. E sono comunque anni che non ci muoviamo”.

Un valore aggiunto? Secondo Romina sì: “Bisogna fare delle rinunce, ovvio. Ma i miei figli, così, imparano il valore della condivisione e dello scambio, apprezzano lo stare insieme piuttosto che il possedere. I vestiti se li passano mano a mano, senza lamentarsi”.

E i conti, alla fine, tornano. Anche senza la pensione di reversibilità del marito, che Romina ancora non ha visto: “La burocrazia è pazzesca. Ciò che ti spetta non arriva mai in tempo: come i soldi dell’accompagnamento, accreditati due giorni dopo la morte di Paolo”.