“I bambini non muoiono di rigurgito”. Una campagna contro una falsa paura

Rigurgito_SalvamentoI bambini non muoiono a causa del rigurgito. Allo stesso tempo, se a causa di una risalita di latte o di pappa li vediamo in apnea e un po’ cianotici, non dobbiamo effettuare le manovre di disostruzione delle vie aeree. Il tema è al centro di una campagna di sensibilizzazione portata avanti da “Salvamento Academy”, impegnata in tutta Italia a diffondere la cultura del pronto soccorso.

Riccardo Ristori, direttore scientifico, si imbatte molto spesso – ascoltando le mamme ma anche i colleghi medici o leggendo le notizie sulla stampa – in un falso mito: quello secondo il quale il rigurgito sarebbe pericoloso, se non letale, nei neonati. Nulla, secondo lui, di più sbagliato: “Il rigurgito è un fenomeno fisiologico: durante il primo anno di vita, il 70% dei bambini hanno almeno sette/otto episodi al giorno. Il rigurgito, al contrario di quello che spesso si dice, non porta al soffocamento. Dire ai genitori il contrario significa azionare una leva emotiva scorretta, che non fa che terrorizzare le mamme e indurre in loro comportamenti e reazioni sbagliati, come quando mettono il neonato sulla pancia e gli danno due pacche sulla schiena”.

Le manovre di disostruzione applicate in caso di rigurgito, infatti, oltre a non servire a nulla, possono fare molto male – se non essere letali – per un bambino di pochissimi mesi: “Quando parliamo di disostruzione nei corsi di formazione, parliamo di disostruzione da corpo estraneo. I liquidi ingeriti, come il latte, non sono un corpo estraneo. Non bisogna farsi spaventare dal fatto che il bambino, quando il latte risale dallo stomaco per arrivare all’esofago e alle prime vie aeree, dà dei segnali che possono assomigliare a quelli del soffocamento: un’apnea di qualche secondo e il colore della pelle del viso che cambia velocemente. Sono solo le reazioni protettive e fisiologiche che il corpo del bambino mette in atto per regolarsi. Sono solo i segni di una potentissima capacità auto-resuscitatoria che non va interrotta con qualche botta sulla schiena“.

Il consiglio, quindi, è non fare assolutamente nulla se il bambino va in apnea per il latte che torna su: “Al massimo lo possiamo prendere in braccio se è steso, senza farci prendere dal panico. Nemmeno di fronte al liquido che fuoriesce dal naso e che ci comunica solo il fatto che il piccolo ha mangiato troppo”. Idem se il bimbo piange: “Quando le vie aeree si riaprono, è normale che parta il pianto”.

Qui le spiegazioni scientifiche di tutto il meccanismo

 

In questo articolo ci sono 4 commenti

Commenti:

  1. Scrivo a Silvia Manzani, autrice dell’articolo.

    Mi chiamo Paolo Pasini, sono un infermiere specialista in emergenza, istruttore di BLSD E BLSDpediatrico ovvero le tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
    Il mio lavoro quotidiano è avere a che fare con questo tipo di emergenze.
    Sono alcuni mesi che è in atto una diatriba nel mondo scientifico con gli autori del poster che lei ha pubblicato perché le affermazioni contenute sono errate e fuorvianti ed ancora più pericoloso è il suo articolo.
    Di rigurgito e di latte si muore.
    I dati ISTAT per il biennio 2009-2010 riportano 43 decessi per asfissia da rigurgito (di latte o di contenuto gastrico) nel lattante.
    Il poster da Lei pubblicato afferma cose scientificamente non supportate da alcuna evidenza clinica né tantomeno da alcuna linea guida internazionale (come lei ben saprà, la medicina attuale si fonda su evidenze di letteratura e procede seguendo LG validate internazionalmente).
    Lo stato dell’arte contempla esclusivamente due tipi di istruzioni delle vie aeree: le parziali o incomplete e le complete e non fa distinzione di genere di materiale ostruente.
    Ciò significa che i liquidi, dove deve passare l’aria ovvero nelle vie aeree del lattante, generano lo stesso tipo di occlusione di un solido per cui se l’ostruzione risultante è completa, è d’obbligo praticare le manovre di disostruzione pediatrica indipendentemente dall’età.
    Inoltre non sono segnalati in letteratura casindi lesione secondaria alle manovre di disostruzione, motivo ulteriore che avalla la necessità di non attendere le indicazione di Salvamento Academy scritte nel poster.
    In ultimo, ma non da ultimo, le LG pubblicate da ERC/IRC (i comitati scientifici europeo ed italiano che si occupano di queste cose) ribadiscono con ancora maggior vigore, la necessità di non dilazionare mai queste manovre di fronte ad una istruzione.
    Pertanto è opportuno segnalare l’inadeguatezza di quanto scritto nel suo articolo che, spero involontariamente ed a fin di bene, riporta malamente notizie che già di per se sono sbagliate consegnando al cittadino inconsapevole un messaggio molto pericoloso.
    Mi auguro voglia prendere in considerazione l’idea di correggere questo articolo citando la letteratura validata che trova nel sito ufficiale di IRC (Italia resuscitation council) smentendo definitivamente le farneticazioni personali di un gruppo non riconosciuto come SA.
    Grazie dell’attenzione che vorrà porte a questa lettera, cordialmente
    Inf. Pasini Paolo

    1. buongiorno Paolo, intanto noi ci siamo affidati a quanto riportato da persone che riteniamo competenti e qualificate a parlare della materia, penso quanto lo è lei. Non sapevo di questa diatribia e la ringrazio per l’intervento perché approfondiremo sicuramente quanto ci ha appena scritto.

  2. Aggiungo, se mi è consentito, il link che rimanda alle “spiegazione scientifiche” rimanda al blog del Dr. Ristori, il fautore di questa teoria.
    Di scientifico non c’è nulla però, ma solo la sua spiegazione: non c’è nessuna citazione a studi scientifici o abstract di letteratura medica che possa minimamente avallare quanto scritto.
    Va considerato che in seguito a quanto affermato dal Ristori, nel mondo della formazione, è nota la scissione avvenuta in Salvamento Academy a seguito di questa iniziativa.
    Scissione che ha avuto come conseguenza l’abbandono di SA da parte del Dr. Guicciardini, pioniere nel campo della disostruzione in età pediatrica e riconosciuto da tutto il mondo come rispettato professionista.
    L’abbandono ha un particolare significato perché è conseguente al disaccordo sulla teoria di Ristori.
    Dire che è emblematico è alquanto opportuno.
    Forse si starà chiedendo il perché del mio “accanimento”, semplice: noi professionisti quotidianamente ci impegnamo a trasmettere un messaggio ed una cultura del soccorso, sia con il lavoro per le strade che nell’ambito della formazione, negli ultimi anni si sta assistendo ad una sempre maggiore presa di coscienza da parte del cittadino e vedere campagne come quella di Salvamento Academy che rendono vano tutto il nostro lavoro con una sola fotografia, sinceramente è molto triste.
    Saluti
    P. Pasini

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