vacciniSi era discusso tanto sull’obbligo di vaccinare i bambini pena il divieto di iscrizione a scuola. Polemiche erano state sollevate anche per le sanzioni disciplinari ai medici e ai pediatri anti-vaccini. Si erano scomodati regolamenti, leggi, diritti, libertà e la Costituzione. Invece, per ora, è una banale questione di soldi e di tempi. Prima di entrare nei contenuti del Piano nazionale vaccini del triennio 2016-2018 bisogna risolvere questioni di non poco conto. Burocratiche ed economiche.

A rivelarlo è Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, a margine di un convegno sulla resistenza agli antibiotici. Il nuovo Piano nazionale che sicuramente introdurrà una disciplina unica per la profilassi delle malattie infettive gratuita in tutto il territorio nazionale, senza differenze tra Asl, ha subito diversi ritardi. Attualmente il documento è fermo al ministero dell’Economia perché privo di copertura economica. Insomma, non si trovano ancora i soldi: servono fra i 200 e i 300 milioni di euro. Poi, a marzo spera Ricciardi, si dovrà tornare di nuovo in conferenza Stato-Regioni. “Contavamo di essere già partiti con i nuovi strumenti, le verifiche sono necessarie però stiamo perdendo troppo tempo”, rende noto il numero uno dell’Iss.

Quanto ai nodi delle sanzioni ai medici, nelle scorse settimane lo stesso Iss si era affrettato a specificare che l’idea è nata all’interno dell’ordine dei camici bianchi e che il Piano “prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l’obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali”. Linea (per ora?) morbida anche con chi non vuole vaccinare i figli: il divieto di iscrizione a scuola dovrà eventualmente regolato con una nuova normativa ad hoc. L’obiettivo primario è quello di far risalire le vaccinazioni pediatriche di massa (antimorbillo, parotite, rosolia) sopra la soglia del rischio.