La suocera: “La sposa è morta”. Ma è per non pagare l’abito

matrimonioCome scusa è piuttosto macabra, funesta e di pessimo gusto. E poi il gioco, diciamolo, non valeva la candela. E’ stato messo in gioco onore e fedina penale e sfidato il destino per risparmiare 500 euro. Tutto, come raccontano i media locali, succede a Savona, dove la titolare di un negozio di abiti da sposa viene truffata da una donna la cui figlia, secondo il racconto fatto dalla madre stessa, è morta di un aneurisma cerebrale tre giorni prima del matrimonio. Da qui la richiesta fra pianti e urla strazianti: ritirare l’abito bianco per farlo indossare alla poveretta almeno il giorno del funerale. Per il pagamento ci sarebbe stato tempo, prima c’era da elaborare il lutto. E poi, non si sa mai: una persona di buon cuore è sempre toccata da queste vicende tragiche…

Peccato che fosse tutta una messinscena. La negoziante però ci casca mani e piedi: consegna il vestito e ci resta malissimo. Poi qualcuno le mette la classica pulce nell’orecchio e la commerciante va personalmente a verificare il giorno delle nozze trovando gli sposi che bevevano, mangiavano e festeggiavano al banchetto nuziale assieme ai loro invitati. A quel punto la titolare del negozio di abiti da sposa pretende e ottiene l’immediato pagamento del debito. Lì per lì scopre pure che la donna che aveva provato a truffarla non era la madre della sposa ma la suocera. Ah, ti pareva: queste suocere…

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