Gli incidenti domestici che vedono come vittime i bambini e i ragazzi sotto i 17 anni sono, in provincia di Ravenna, 2.536 all’anno. Un dato che si riferisce al 2010 ma che resta l’unico che l’Ausl ha in mano per programmare la prevenzione. Che non è mai abbastanza, come dimostra la storia di una bimba di nove anni accaduta a casa dei nonni un anno fa. La mamma, Francesca Di Roberto, che ha altri due figli più piccoli, quel giorno era per caso di passaggio dai genitori ai quali aveva affidato la piccola, visto che il periodo era quello delle vacanze di Natale.
“A un certo punto – ci racconta- ho sentito provenire dal bagno un urlo disumano. Quando sono corsa di là, mia figlia aveva le mani in faccia, le era in pratica scoppiata in mano una capsula monodose di detersivo per lavatrice, che aveva raggiunto gli occhi. Mentre lei continuava a gridare, ho continuato a sciacquarla per almeno mezzora, prima di correre al pronto soccorso”.
Quando la bambina arriva in ospedale, la situazione pare tragica: “I medici hanno subito parlato di danno alla cornea, almeno per un occhio. Fatto sta che mia figlia è dovuta rimanere dieci giorni al buio, bendata, imbottita di calmanti per farle passare il dolore, e alle prese con le medicazioni”.
Anche se poteva certo andare peggio, la bambina dopo aver tolto le bende non ha visto nitido, per diverso tempo, dall’occhio più colpito: “Dopo sei mesi dall’incidente – continua la mamma – le è stato diagnosticata l’ipermetropia e ora porta gli occhiali. Non sappiamo se a causarla sia stato il detersivo”. Con il senno del poi, se Francesca non avesse sciacquato così a lungo gli occhi della bambina, i danni sarebbero stati molto più seri: “Avrebbe potuto perdere la vista, ci hanno detto i dottori. In ogni caso, mia figlia ha subito un vero e proprio trauma. Ancora adesso, l’odore di quel detersivo, lo rifiuta”.
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