Lettera alla Meloni: “Le mamme normali si svegliano alle sei…”

figli, stress, mamma, conciliazione“Le svelo un segreto: per le donne normali che non hanno stipendi da capogiro per potersi permettere una pletora di persone pronte a intervenire per crescere i loro bambini, che non possono contare sui nonni, che hanno mariti che lavorano fino a tardi, fare la mamma è un lavoro durissimo”. Sono le parole che una donna romana, mamma di una bimba di nove mesi, ha inviato tramite il quotidiano “Il Giornale” a Giorgia Meloni, candidato sindaco di Roma, finita al centro della scena per le parole di Guido Bertolaso che nei giorni scorsi l’ha invitata a rinunciare alla carriera istituzionale per dedicarsi al suo futuro ruolo di mamma.

“Le mamme normali che, povere sciocche, decidono di allattare perché pensano sia meglio per i loro bambini – scrive la donna – soffrono per gli ingorghi mammari se va bene, la mastite se sono sfortunate. Alle mamme normali, come è successo a me, i figli vengono ricoverati in terapia intensiva neonatale, per fortuna nel mio caso nulla di grave, e dopo il parto, con i punti e una tempesta ormonale in atto, devono fronteggiare, sempre da sole, anche questa realtà. Le mamme normali devono fare file interminabili in ospedale per fare le visite post nascita, anche se sono a pagamento. Le mamme normali dopo aver partorito tornano a casa e devono rassettare, cucinare e prendersi cura del loro pargolo”.

“Ora mia figlia va al nido – continua la lettera – perché i nonni sono lontani e la mamma è dovuta tornare a lavoro. Al nido privato naturalmente, perché lavorando sia il mio compagno sia io, siamo troppo ricchi per avere accesso al nido comunale, che tra l’altro chiude entro le 16,30, quindi troppo presto per fare in tempo a riprendere la bimba dopo il lavoro. Cara onorevole, le mamme normali di Roma si svegliano alle 6, si preparano, svegliano i loro bimbi, li vestono, li allattano, li portano al nido e fanno un’ora di macchina, Grande raccordo anulare permettendo, lavorano, poi un’altra ora di automobile, riprendono i loro bimbi al nido, li allattano, ci giocano, sistemano casa, preparano la pappa e la cena, mettono tutto in ordine, stendono le lavatrici che fanno dopo le 19 così la corrente costa di meno, si mettono a letto e riallattano i loro bambini; in più molte mamme, e purtroppo io sono tra queste, hanno bimbi che a nove mesi ancora non dormono, per cui passano intere notti in bianco”.

E conclude così: “Cara onorevole, forse le mamme normali che non hanno alcun aiuto né le possibilità che avete lei e le sue colleghe d’Italia e d’Europa, non credono che la maternità, almeno nei primi anni, sia conciliabile con ogni lavoro. E qualcuno che governa se ne è persino reso conto se è stata fatta una legge sul congedo parentale. Le auguro un in bocca al lupo per il suo futuro di mamma e uno per la sua candidatura a sindaco di Roma”.

Qui la lettera integrale

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