La stalker è la nonna: ha fatto piangere la nipotina e per questo è stata condannata. Una vicenda singolare di cui si è occupata la quinta sezione penale della Corte di cassazione con la sentenza 21408/2016, depositata nei giorni scorsi. La vicenda trae origine da una questione di ‘corna’ con relativa vendetta. Si tratta di una donna di Lecce che voleva in qualche modo ‘punire’ l’ex marito, un medico, dopo che questi l’aveva lasciata ed aveva intrecciato una relazione con un’infermiera.
In un episodio la moglie tradita aveva raggiunto la coppia che si trovava in spiaggia con la nipotina: in preda all’ira e alla gelosia la nonna aveva afferrato la piccola per un braccio e l’aveva fatta piangere, al punto poi da dover essere allontanata dal marito e dalla nuova compagna. I magistrati hanno messo in relazione la vicenda con altre precedenti precisando che il reato di stalking per la sua configurazione richiede anche solo due condotte reiterate nel tempo, purché vi sia “un nesso causale tra le stesse e uno degli eventi di danno alternativamente previsti dalla norma incriminatrice“. In particolare il pianto della bambina è significativo “della idoneità della condotta tenuta dalla donna ad ingenerare un grave turbamento e comunque un fondato timore” sia per l’incolumità propria che per quella del nonno e della sua compagna.
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