Non saranno le lezioni di filosofia degli Stoici greci, ma riprendono l’idea di una didattica all’aria aperta. Una didattica molto operativa. Zappa e vanga per i genitori, e un andirivieni di bimbi armati di annaffiatoi. Sono in fermento gli asili nido e le scuole dell’infanzia di Bologna, dove un bando da 120mila euro ha assegnato mille euro a ogni istituto per attività di supporto alla didattica basate sulla collaborazione con famiglie o associazioni.
Sono improntate soprattutto all’outdoor education le iniziative di collaborazione in atto in questo periodo, finanziate dall’Istituzione educazione e scuola (Ies) del Comune di Bologna: su 118 progetti presentati, 93 riguardano attività da svolgere all’aperto. Soddisfatta la direttrice dell’Ies, Marina Cesari, che ha presentato i risultati del bando parlando di “patto educativo” tra scuola, famiglie e comunità e di una “apertura al territorio come elemento di forte qualità”. L’iniziativa del bando, auspica Cesari, rilancia “un esempio complessivo della bellezza del lavoro educativo in un periodo in cui si discute molto di stanchezze e difficoltà”.
Spuntano così nei cortili scolastici nuovi orti, a terra o in cassetta, e piccoli giardini o labirinti in materiali naturali, coinvolgendo i bambini nella fase della semina e della cura. Ai genitori volontari, invece, le fasi preliminari, dalla discussione e scelta delle proposte, con maestre e pedagogisti, fino alla redazione del progetto. E naturalmente la fase operativa: dall’acquisto degli strumenti alla fatica della preparazione del terreno o degli spazi. Con un buon sostegno fornito dalla Fondazione Villa Ghigi, il centro di educazione ambientale e progettazione di parchi che ha attivato 42 collaborazioni per la costruzione di piccole aree naturalistiche all’interno delle scuole.
Alcuni dei progetti sono già stati avviati, molti altri devono ancora debuttare. Al nido e alla materna Ada Negri, ad esempio, le famiglie collaboreranno alla realizzazione di un spazio lettura all’aperto. Al nido Doremi, i genitori musicisti inventeranno percorsi di connessione tra suoni e cibo. Alle scuole dell’infanzia Arco Guidi Pace, con circa 100 bambini dai 3 ai 6 anni, oltre all’orto già realizzato dai genitori, i progetti presentati prevedono la riqualificazione di due chiostrine interne, ora rispostigli poco utilizzati, che dovranno diventare una rimessa di attrezzature per bambini (annaffiatoi, guanti, palette ecc.) e uno spazio per gli strumenti e i materiali recuperati per bricolage e lavoretti. Una volta ripulite, colorate e attrezzate con librerie e scaffali ad altezza bimbo, questi spazi saranno a servizio dell’intera scuola.
Non facile, però, avviare queste pratiche di cittadinanza attiva. Alcuni genitori delle scuola d’infanzia registrano infatti un certo “dirigismo” da parte degli insegnanti nella scelta dei tempi di riunione e dei progetti da attivare, con defatiganti rinvii, indicazioni poco strutturate e difficoltà nel far circolare informazioni. Alcune proposte delle famiglie, inoltre, non sono state accolte benché utili per i bambini e realizzabili a partire da professionalità specifiche dei genitori volontari. “Dovrebbe esserci più collaborazione nel cogliere la disponibilità e le attitudini dei genitori – lamenta infatti una mamma – perchè per la nostra scuola ci eravamo offerti di allestire una piccola biblioteca, ulteriore al progetto richiesto dalle insegnanti per questo bando. Ma l’iniziativa non è stata incoraggiata, e dubito si farà”.
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