Doctor, dermatologist, hands examines a birthmark of patient. Checking benign moles

“Genitori poco attenti”. Il dottor Ignazio Stanganelli aveva definito così, tempo fa su Romagna Mamma, le mamme e i papà di oggi. Il riferimento era alla vita da spiaggia, dove gli adulti, a detta del responsabile della “Skin Cancer Unit Irst-Irccs” di Meldola, sono poco abituati a riapplicare la crema ai figli dopo il bagno, a fare indossare loro il cappellino, a evitare l’uso di teli quando i piccoli dormono nei passeggini.

Argomenti che il medico ha trattato anche lo scorso 27 maggio 2016 in un incontro alla scuola “Manlio Marinelli” di Forlimpopoli dal titolo “Il sole e la pelle, conoscere per prevenire”. 

Un incontro al quale tiene particolarmente la 34enne Elisa Bedei, assessore alla Sanità di Forlimpopoli, la stessa che qualche giorno fa, proprio sul nostro sito, aveva raccontato la storia di Lorenzo, il suo bambino nato prematuro. Nel 2013, quando suo figlio aveva appena un anno, Elisa ha scoperto grazie alla prontezza e all’attenzione del marito Michele, di avere un melanoma: “Sono chiarissima di pelle, ho diversi nei sul corpo. Ma un giorno mio marito ha notato un neo particolarmente scuro, dai contorni frastagliati e leggermente in rilievo sulla gamba, posteriormente. Mi ha esortata a farmi controllare subito: durante un programma in tv, infatti, aveva sentito parlare di quali sono i nei più pericolosi. Io però ho sottovalutato la questione e, alla fine, sono andata dal dermatologo solo quattro mesi dopo”.

Il medico, appena ha visto il neo, le ha comunicato che era da togliere subito con un intervento di asportazione eseguito la settimana dopo in ambulatorio: “Quando ho ritirato il referto dell’esame istologico, ho scoperto che si trattava di un tumore maligno alla pelle. Mi è cascato il mondo addosso. Un mese dopo sono stata sottoposta al secondo intervento, quello di ‘allargamento’: trattandosi, per fortuna, di un melanoma al primo stadio, mi hanno allargato la ferita di dieci centimetri, fino al muscolo, per togliere tutto quello che c’era intorno e analizzarlo”.

Oggi Elisa è qui a raccontarlo: “Ma i medici mi hanno detto che se avessi aspettato altri tre mesi, non sarei sopravvissuta. Ogni sei mesi vado ai controlli oncologici, non prendo più il sole anche se – negli orari giusti e con la protezione – potrei farlo. Lorenzo, che ha quattro anni, dice sempre che vuole fare il dermatologo. Con lui, in spiaggia, sono particolarmente attenta: protezione totale, occhiali e cappellino. Il sole fa bene, non voglio certo privarlo per paura. Ma ogni precauzione, vista anche la mia storia, è d’obbligo”.

Reduce dalla sua brutta esperienza, Elisa oggi crede nella sensibilizzazione e nella prevenzione: “Ho aiutato due persone, tra amici e parenti, a scoprire da sé di avere un melanoma. Io, se non ci fosse stato mio marito ad accorgersene, non l’avrei scampata”.

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