Muore a un mese dopo la circoncisione casalinga

Foto d'archivio
Foto d’archivio

Cominciamo col chiarire che la circoncisione è una mutilazione genitale e, come tale, dovrebbe essere trattata: una violenza nei confronti dei bambini da punire adeguatamente. Non ci dovrebbero essere questioni religiose o culturali che tengono. Invece, ci sono mutilazioni e mutilazioni, evidentemente, e la circoncisione finisce nel codice penale solo quando è fatta ‘artigianalmente’ e porta conseguenze fisiche rilevanti, addirittura letali come nel caso del piccolo Henry, un bambino ghanese di appena un mese residente a Torino, morto ieri.

Il piccolo è stato circonciso in casa e poi, secondo le prime ricostruzioni, gli è stata fatta assumere una dose eccessiva di paracetamolo per abbassare la febbre insorta dopo l’intervento. Il suo cuore si è fermato ed ogni tentativo di rianimarlo è stato vano. Il bambino viveva con i genitori e altri cento stranieri in una ex scuola occupata dal centro sociale Neruda. Gli inquirenti sono al lavoro per capire chi abbia praticato la circoncisione al piccolo.

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