E due. Ancora una volta la multinazionale Johnson & Johnson è stata condannata a pagare un maxirisarcimento ad una donna ammalatasi di tumore alle ovaie. E’ il secondo caso in tre mesi per l’azienda statunitense e sempre a causa dello stesso prodotto, il talco. Così un tribunale americano ha ordinato alla J & J di pagare 55 milioni di dollari di danni a Gloria Ristesund, 62enne del South Dakota: il giudice si è convinto che l’uso per decenni di prodotti a base di talco abbia portato la signora a sviluppare la neoplasia.
A febbraio, appunto, si era verificata una vicenda analoga. Allora la Johnson & Johnson fu condannata a pagare 72 milioni di dollari per la morte di Jackie Fox, deceduta in seguito ad un tumore alle ovaie. La donna aveva fatto grande uso di talco – in particolare dei prodotti Baby Powder e Shower to Shower – per 35 anni e i suoi legali avevano convinto un giudice del tribunale di St. Louis nel Missouri che tra il decesso e questa abitudine c’è un nesso causale. Non solo: secondo le accuse il gruppo era al corrente dei rischi di cancro legati al prodotto e ha omesso di informare i consumatori, come sarebbe emerso anche da alcuni documenti interni dell’azienda presentati al processo. Il magistrato aveva disposto il pagamento di 10 milioni di dollari come risarcimento per la famiglia della signora e 62 a titolo punitivo. In entrambi i casi, inoltre, sono state fondamentali le preoccupazioni sollevate dall’American cancer society già dal 1999
E non è mica finita qui. Il bubbone deve ancora scoppiare. Solo negli Stati Uniti (per ora) vi sono 1200 cause pendenti: in tutte queste la Johnson & Johnson dovrà difendersi di non aver informato in maniera adeguata i consumatori dei rischi derivanti dall’uso della polvere di talco. La multinazionale statunitense del farmaco si è detta dispiaciuta ed ha affermato che i propri prodotti sono sicuri mentre qualche oncologo ha fatto notare che il problema era sicuramente molto più grave in passato (fino agli anni ’70) quando il talco era contaminato da fibre di amianto. In ogni caso il fatturato annuo della J&J nel 2012 si aggirava sui 65 miliardi di dollari: anche se la multinazionale dovesse perdere tutte le cause, l’azienda (più o meno) vedrebbe andare in fumo dodici mesi di lavoro. Probabilmente per gli oltre 117mila dipendenti potrebbe esserci un periodo di sangue, sudore e lacrime ma la proprietà, i manager e i principali azionisti non finiranno certo sotto ad un ponte; al contrario le maximulte eccedenti i risarcimenti potrebbero essere impiegate dalla comunità in progetti socialmente utili (ammesso che di là dall’Oceano capiscano pienamente il significato di questa frase).
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