I profughi gettano il cibo alla mensa dei poveri

pane, poveri, crisiAnche una città solidale, accogliente e progressista come Reggio Emilia è costretta ad interrogarsi: dove abbiamo sbagliato? Ma abbiamo sbagliato? E come possiamo rimediare? Una città con una tradizione di tolleranza e di civismo che si trova a fare i conti con le intemperanze degli extracomunitari. A darne notizia, si badi bene, non è un foglio xenofobo o abituato a gettare benzina sul fuoco ma il paludato Resto del Carlino. Con tanto di dichiarazioni ufficiali.

Il fatto è che gli immigrati prima si sono lamentati perché la pasta era scotta: il fatto è avvenuto alla mensa di via Eritrea. E vabbè. Poi però la protesta si è ripetuta: alla Mensa del povero nel vescovado dove un gruppo di profughi – circa 40-50 persone – seguiti dal programma di accoglienza Mare Nostrum, come spiega il Resto del Carlino “pur godendo di un buono per l’acquisto di un pasto, hanno deciso di frequentare anche quel luogo, dove il cibo è gratis”.

La denuncia arriva direttamente da Maria Chiara Visconti Gramoli, presidente della mensa: “Si presentano qui, guardano se il cibo è di loro gradimento o meno. Poi se non gradiscono buttano via tutto“. La dirigente ha precisato che gli episodi si sono ripetuti con frequenza e che il cibo era in ottimo stato: “Si sono lamentati di panini buonissimi lasciati da un catering”. Ed infine: “Si tratta di profughi che hanno diritto a un posto in albergo e buono pasto per la mensa di via Eritrea. Se vengono a mangiare da noi, col buono cosa ci fanno? Lo rivendono?”.

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