Sono 185 i minori con disturbi dello spettro autistico che la Neuropsichiatria infantile dell’Ausl Ravenna segue su scala provinciale. Un numero che, durante l’estate, deve fare i conti con l’allentamento delle terapie e con la mancanza di servizi ad hoc.
Valeria Savoia, responsabile del servizio, nonostante le lamentele dei genitori e delle associazioni, ma anche degli stessi addetti ai lavori privati, assicura però che “sui bimbi molto piccoli succede anche che le terapie proseguano senza soste anche se è estate” e che, in generale, “tra ferie delle famiglie e degli operatori, al massimo si può rimanere scoperti per un mese”.
Noemi Cornacchia, presidente dell’Angsa Ravenna, ogni volta che arriva la stagione calda avverte invece tutto il rumore che fa il vuoto: “L’estate è uno dei nodi irrisolti, al pari del tempo libero e del post-scuola, soprattutto per chi ha figli sopra 12 anni di età e non può disporre dei centri estivi pubblici dove, almeno, i bimbi con disabilità sono seguiti da un educatore. L’estate, io, la paragono ai vent’anni, quando i nostri ragazzi, una volta finite le superiori, non hanno più occasioni per socializzare e vengono relegati ai centri a loro dedicati, con il rischio della ghettizzazione”.
Una delle poche eccezioni, quest’anno, è Anacleto Summer School, un servizio sperimentale che sta ospitando sei bambini, tutti intorno ai cinque anni di età, a Palazzo Borghesi a Faenza: “I genitori dei bimbi che seguiamo durante l’anno nei due centri centri di Ravenna e Faenza – spiega la psicologa Alessandra Annibali – ci hanno sempre segnalato la totale mancanza di servizi estivi dedicati ai loro figli. Quando viene a mancare il riferimento della scuola, infatti, la famiglie di sentono mancare la terra sotto i piedi visto che si interrompono i progetti individualizzati”. L’idea è di fare diventare la scuola estiva un servizio in pianta stabile.
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