violenza donne“Vania e Rosaria sono solo le ultime di una serie infinita. Donne uccise brutalmente da assassini spietati, perché non c’è altro termine che possa rendere più accettabile la loro violenza. Perché la parola amore, anche se malato, non c’entra nulla con gli assassinii. Nella lotta ormai quotidiana contro la violenza alle donne c’è bisogno di tutti, soprattutto dei ragazzi e degli uomini, per condividere e diffondere una cultura del rispetto”. Sono le parole di Emma Petitti, assessore alle Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna, in riferimento ai recenti femminicidi di Lucca e Caserta.

La Regione Emilia-Romagna sta lavorando insieme al Governo per rendere al più presto disponibili i fondi destinati alle attività dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio. E la stessa Regione prederà parte alla Cabina di regia interistituzionale per l’attuazione del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, convocata dal governo per il prossimo 8 settembre.

Inoltre, tra settembre e ottobre aprirà un bando da un milione di euro rivolto a enti locali, associazioni promozione sociale e volontariato per interventi su pari opportunità e contro le discriminazioni e la violenza di genere, in attuazione del Piano regionale contro la violenza di genere di recente approvazione.

“Le istituzioni che noi rappresentiamo – aggiunge Petitti– hanno il dovere di proteggere e di promuovere una cultura di rispetto. Abbiamo imparato che è importante investire sulla prevenzione e sull’educazione per la violenza fin dalle relazioni personali, con l’educazione nelle scuole perché è da lì che parte la crescita di una nuova cultura. Mettiamo a disposizione sia sul piano nazionale che locale la nostra esperienza pluriennale sul tema relativo alla diffusione di un nuovo approccio preventivo e culturale ai temi della violenza sulle donne, che si rivolgono ai centri per avere sostegno e aiuto reale”.