Contrordine compagni, c’eravamo tanto sbagliati. Dopo essere stati sommersi dalle risate e dagli sfottò dei cittadini (di qualsiasi idea o partito politico), i burocrati dell’amministrazione hanno pensato che la vicenda dei tanto criticati bagni pubblici in piazza Kennedy dovesse essere un po’ rivista. La struttura, posata nel silenzio e nella solitudine notturna quasi si trattasse di un atto illegale (e contro l’estetica lo è sicuramente), in pochi giorni è stata letteralmente fatta a pezzi dai giudizi dei ravennati. Così, mentre continua il rimpallo alla ricerca del primo responsabile (la vecchia amministrazione? La nuova? la Soprintendenza? Dart Fener?), il sindaco Michele De Pascale si dev’essere reso conto che le toilettes, come recita la scritta gigante sulla costruzione, deturpano piazza Kennedy e che puoi anche chiamarle alla francese ma restano dei cessi ingombranti che stonato con palazzo Rasponi e il palazzo del Mutilato. Roba che a confronto il parcheggione di prima era un’opera d’arte.
Così il primo cittadino ha preso una decisione sensata anche se tardiva (ma, in effetti, aveva i mezzi per accorgersene prima o si è trovato tutto sul tavolo come eredità dall’amministrazione Matteucci?): la figuraccia è fatta. Comunque De Pascale ha sospeso i bandi per l’assegnazione di tre chioschi sulla piazza, lungo via Gioacchino Rasponi, che avrebbero dovuto ospitare attività di produzione e vendita di piadina e di prodotti a base di frutta e similari e per la vendita di piante e fiori. Per non ritrovarsi altri scatoloni o chissà quali sorprese. Come recita una nota del Comune, il sindaco ha ritenuto “opportuno attendere l’ultimazione dei lavori di riqualificazione della piazza per valutare definitivamente tutte le strutture accessorie connesse alla fruibilità della piazza stessa. Nei prossimi giorni il sindaco compirà tutti i necessari approfondimenti con i soggetti competenti”. Sì, c’è una speranza: forse i bagni li tolgono.
Un nuovo intoppo per un progetto già in ritardo di cinque mesi e con i lavori fermi per il ponte (l’unico che in questo Paese non crolla mai è proprio quello delle festività) di questi giorni. Come dicono gli yankee, stay tuner: ne vedremo e ne sentiremo ancora delle belle.
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